Via dal festival

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Alcuni miei punti di vista sul prossimo Sanremo e sulla mia esclusione

Voglio precisare alcune cose sul prossimo festival sanremese della premiata ditta Renis/Mogol. Sono i miei soliti punti di vista sulla manifestazione. Nessuno se l’abbia a male quindi. Innanzi tutto sono uno degli ‘esclusi’, pur non avendo presentato ufficialmente una canzone con lo scopo di parteciparvi (ma l’equivoco per quanto accaduto può essere stato ingenerato da me), se non due brani, su richiesta di una mia cara amica – facente parte dell’organizzazione – che mi aveva chiamato per chiedermi della mia voglia di partecipare. Per le ragioni che più avanti dirà – sentita della mia volontà di non prendervi parte – avevamo concordato l’invio di ben due canzoni, da lei – in sede privata e amicale – già ascoltate e sempre giudicate bellissime. Io (e qui sta l’equivoco) ho pensato potessero essere utili per un qualche artista, che ne fosse stato sprovvisto (la mia buona fede è provata dal fatto che so che non si possono certo presentare tutte le canzoni che si vuole, per scegliere poi quella giusta). Quindi ho effettuato l’invio. Dopodiché, mi sono ritrovato tra gli ‘eliminati’. Si vede che avevano bisogno di un po’ di ‘nomi’ da poter ‘sbandierare’ forse per avallare maggiormente la bontà di quelli accettati.Va bene così. Ho visto di peggio e un’altra volta starò più attento a capire bene. Del resto – come dicevo – mi ero disinteressato assolutamente del festival (non desiderando parteciparvi) e quindi non ero a conoscenza (e non conosco) proprio niente di eventuali regolamenti e svolgimenti. Ho visto qualche faccia e letto qualche nome pubblicato dai giornali. Non c’è che dire, una vera leccornia per i telespettatori, hanno fatto bene quindi a buttar fuori’ Don Backy o Albano.Vuoi metterli con Andrè, Rosini, Groff? (con tutto il rispetto ragazzi). Comunque – mitigando un po’ l’entusiasmo per la qualità e la popolarità dei nomi ammessi – non capisco il furore parossistico, che assale gli organizzatori, nel voler sempre pensare a ‘svecchiare’ il festival. Mi chiedo (in maniera sempre più ripetitiva) se – per caso – quelli di una certa età’, perdono il diritto di cittadinanza e di professione. Che – forse – la bontà e l’attualità dei concetti espressi dagli autori nelle canzoni, è dovuta all’anagrafe degli stessi? Ricordo che negli anni 60, cantanti della generazione precedente’ come Teddy Reno, Claudio Villa, Modugno, Nunzio Gallo, la Pizzi, Betty Curtis… si battevano ai vari Canta giro e Sanremo, con noi ‘giovani’ e sovente ci davano anche delle grandi paghe. Che cos’è oggi questa mancanza di rispetto verso professionisti, trattati alla stregua di vecchiume da tenere lontano come se portassero la Sars? Questo ‘modernismo’ del tubo che ha condotto la musica leggera ad essere gestita da furbacchioni che ne hanno fatto strame settarizzandola? E Mogol e Tony Renis – che hanno gli anni del Papa (come me, del resto) – si ritengono ‘svecchiati’? Oppure per chi organizza, questa regola non vale? A loro voglio porre una semplice domanda, che però pubblicherò nella prossima puntata. Per ora vi lascio in sospeso. Ciao.

RadiocorriereTV n° 7 17/02/04