«Molleggiato» alla berlina nei fumetti di Don Backy

A cura di Renata Mallia

FIRENZE — Il «Clan» torna alla ribalta formato cartoon. E diventa «Clanyricon». Con le strice e le freddure alle quali Aldo Caponi ha consegnato la storia a fumetti della sua carriera. Quarant’anni di musica e non solo cominciati proprio nel «Clan» che Celentano volle, per genio e per spocchia, rompendo ogni schema anche nella valutazione dei nuovi talenti. I candidati dovevano essere quasi completamente a digiuno di musica e canto e nel vestire, in qualche modo, dovevano richiamarsi al capo, allora sedotto dal look gangster anni ’30 con gessato e cappellaccio alla Bogart. Il primo acquisto del «molleggiato», fu appunto il santacrocese Aldo Caponi, ribattezzato Don Backy (forse in omaggio al Frank di Don Costa, chissà), esemplare perfetto di ciò che Adriano desiderava, ma che dimostrò subito una sensibilità artistica al di fuori di ogni discussione e una sua precisa personalità con quell’aria da monellaccio toscano. Il primo e l’ultimo rimasto a dar filo da torcere al «Re degli Ignoranti».
Il prossimo attacco sarà a fumetti?
«Non ho lavorato tanto per dirne altre due o tre a Celentano. Senza presunzione, anche senza musica riesco ad essere un’artista: da anni pubblico fumetti, ho scritto alcuni libri fra cui «C’era una volta il Clan» dove in prosa rievoco tutta la storia vera della gloria e della fine di quel sodalizio. Non posso negare che i miei anni più belli sono stati quelli e hanno influenzato tutto il mio modo di essere. La storia di Don Backy, in chiave satirica e in fumetti, non poteva dimenticare il ‘Clan’…». Con tutti i suoi protagonisti: da Ricky Gianco a Guidone, da Micky Del Prete a Milena Cantù (allora fidanzata segreta di Adriano), dai «Fuggiaschi» a Gino Santercole, prima nipote e poi cognato di Celentano (sposò la sorella della sua futura moglie). Tutto questo in 156 strisce (in libreria da settembre con le edizioni «Ciligiegia Bianca») guidate dal microfono di Vincenzo Mollica, trasformato in fumetto, che chiede a Don Backy di ricordare l’arrivo alla corte di Adriano.
Che ritratto ne esce di Celentano?
«In tutta la sua ipocrisia: la caratterisca fondamentale di Adriano».
Oltre Celentano chi è colpito in modo più pungente?
«Sicuramte Claudia Mori, potente ombra al seguito del ‘Ragazzo della via Gluk’: ‘Se avesse i tasti — si dice in fumetto — sarebbe un trombone!»
E Don Backy?
«Una lunga e dura lotta per restare a galla, tante belle cose fatte e canzoni stupende che molti non conoscono. Insomma una satira da leggere tra le righe, per niente banale e a volte amara».
Progetti musicali?
«Un singolo entro l’estate, una canzone per Sanremo 2003 (già pronta) e un Cd per la prossima primavera con tutti i miei successi ‘dimenticati’: ‘Fuggiasco’, ‘Cara’, ‘Frasi d’amore’, ‘L’ombra nel sole’. Infine una commedia musicale dedicata… al ‘Clan’».
Il tour 2002 invece partità proprio dalla Toscana: il 17 maggio a Groppoli (Pistoia) e il 18 a Montevarchi.

di Carlo Baroni