Viva il calcio!

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Una passione che dall’infanzia continua ancor oggi con grande intensità

La mia passione per il pallone risale ai tempi della mia infanzia. Non solo da tifoso – ovviamente – ma anche da vero e proprio praticante del gioco (sia pure a livelli amatoriali). Nel mio ruolo di centravanti, sono stato qualcuno. Lo possono testimoniare le varie squadrette nelle quali ho militato fini a quando (una decina di anni fa), ho deciso di smettere. Il motivo? Ero ancora così veloce, rapido e incosciente, che mettevo – ed ho messo – a repentaglio il mio fisico, procurandomi di tutto: dall’ernia del disco a fratture ad entrambi i polsi, a lussazione alle spalle (curate male e quindi ancora dolorose). Quando ho visto un paio di quegli amici (di un pò di anni più ‘adulti’ di me – cadere sul campo (nel senso letterale di, morti), ho capito che era ora di dire basta. Ho appeso le scarpette chiodate al…. chiodo, e adesso mi godo i dolori guardando lo sport – in particolare il calcio – in tv. Ma non ho intenzione di scrivere questi articoli con lo scopo di raccontarvi la mia vita di calciatore che ha interrotto una carriera che si profilava luminosa. Ma, stimolato da una e-mail, nella quale il signore in questione – conoscendo la mia passione per questo sport giocato – mi chiedeva come mai non facessi parte della famosa Nazionale Cantanti, ho deciso di raccontarvi una storiellina accadutami in quel contesto, attraverso la quale intendo rispondere a questo perchè. Inizierò quindi proprio da quando non esisteva questa benemerita e noi ‘ artisti ‘ in generale (attori, registi, cantanti, magari pittori o altro), venivamo convocati da alcuni signori ( Croce, Ciarlantini, ecc.), i quali organizzavano incontri di calcio qua e là per i vari campi e campetti d’Italia, facendoci gareggiare con compagini di vecchie glorie, molte volte appartenuti alle squadre delle stesse città che visitavamo.Tutto questo, allo scopo di procurare fondi per qualche organizzazione benefica. Per noi, c’era anche il piacere di stare insieme, essendo questa l’occasione per ritrovare vecchi amici, o semplicemente compagni di lavoro o solo per il gusto ludico di ridere, scherzare, prendendoci in giro – raccontando aneddoti divertenti su ciascuno di noi – accaduti in altre analoghe occasioni o durante la lavorazione di films et similia – stando a tavola. Necessariamente, la squadra subiva significativi cambiamenti nell’organico, essendo ciascuno di noi non sempre libero di aderire, a causa degli impegni di lavoro. Nessuno sponsor ci confortava per le spese, che affrontavamo a livello personale e – purtroppo – l’eclatanza promozionale non era di vastissima eco. Ciononostante, raggiungevamo buone affluenze di pubblico, che – ovviamente – interveniva più per il gusto di veder piroettare e magari cadere per terra un Pasolini, un Gasparri, un Montesano, piuttosto che per le gesta atletiche di ciascuno di noi. Oltre – e il fine non era secondario – quello di contribuire a un gesto di solidarietà umana. Questo, tanto per farvi conoscere da quale embrione nacque poi l’idea della succitata ‘ Nazionale Cantanti ‘. Alla prossima.

RadiocorriereTV n° 38 19/9/01