Tra le righe

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Botta e risposta – sul tema della melodia -tra me e un giovane lettore

Da questa puntata darà seguito a un nuovo botta e risposta con un mio lettore di anni ventisei, il quale mi ha scritto mostrandosi in disaccordo con me, al riguardo della validità che io annetto al testo di una canzone (60% del valore totale), rispetto alla melodia. Mi ha fatto piacere dibattere con questo ragazzo, anche nella segreta speranza che egli possa – da qui in avanti – porre un po’ più di attenzione a quella parte importantissima di una canzone rappresentata dal testo, perché sono convinto che i giovani hanno un po’ perso il gusto di valutare i concetti espressi attraverso canzoni intelligenti. A voi il giudizio:

1°) Se lei ritiene che l’autore di un testo incida per il 60 -70 per cento sulla bellezza e sul successo di una canzone, io non concordo appieno, perché penso che sia sempre la musica ad avere un ruolo predominante…

1°) È il caso che ti esponga i perché delle mie convinzioni riguardo al valore che annetto al testo confronto alla musica. Poi – è evidente – le percentuali possono anche essere riviste a seconda dei casi.

2°) Una musica bella, armoniosa, che ti fa venire la pelle d’oca (può essere anche molto semplice, non necessariamente sofisticata) ha già fatto centro di suo rendendo quella canzone una bella canzone, anche se è accompagnata da un testo banale o ripetitivo.

2°) Non solo per controbattere questa tua affermazione, ma ritengo – per un animo altrettanto sensibile – che anche una bella poesia possa provocare brividi emozionali, se letta solamente. Pensa che io mi emoziono ogni volta che – percorrendo la via Aurelia – arrivo a S. Guido, davanti al cancello da dove si partono i filari di cipressi che costeggiano la strada che porta a Bolgheri. Se poi ripenso alla poesia ad essi dedicata da Carducci (“I cipressi che a Bolgheri alti e schietti, van da San Guido in duplice filar… ) allora mi commuovo quasi fino alle lacrime, anche senza musica. Ci sono mille esempi di questo tipo, ma un’altro te lo voglio fare per la grandezza della sua semplice brevità. È una poesia di Ungaretti: Titolo L’infinito, testo: “M’illumino d’immenso” . Fine. Che mi dici? Servirebbe la musica? O non sarebbe quella musica – per quanto bella – a illuminarsi di cotanta poesia? Una cosa noto: il tuo esempio, non lo hai supportato con niente di concreto. Che so, un titolo, anche fosse Fin che la barca và… E a me – purtroppo – non viene in mente nessuna emozionante melodia con un testo banale.

3°) Ma se un musicista scrive una melodia brutta e priva di ispirazione, quella canzone resterà una brutta canzone, anche se accompagnata da una stupenda poesia (che avrebbe fatto migliore figura se semplicemente letta o recitata).

3°) lI terzo punto, sembra avvalorare più la mia tesi. Infatti, anche su una musica non bella, emergerebbe comunque il buon testo. Faccio un esempio su una mia canzone (che spero tu conosca): Sognando. La sua musica è piuttosto ripetitiva e – tutto sommato – non la definirei straordinaria (nel senso che ne ho scritte di migliori, musicalmente), ma quella scarna melodia, è stata essenziale. E quel brano è diventato una canzone perfetta. Nella prossima il quarto punto. 

RadiocorriereTV n° 30 29/07/03