Tra divo e fan

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Viva le emozioni vere, trasmesse sul serio. Odio i personaggi che si presentano come inavvicinabili

La straordinarietà dell’atto di sfogare la propria emozione – senza provare vergogna nel consegnarsi totalmente a milioni di persone, che in quell’emozione si identificano – è qualcosa che umanizza il rapporto tra divo e fans. E’ tutto perduto allora? Non la speranza! L’altra sera – per esempio – ho assistito al finale di una trasmissione televisiva sui sosia dei cantanti (non ricordo il titolo), condotta da Mike Buongiorno, nella quale si doveva premiare uno dei ragazzi che aveva vinto. Sembrerà strano, ma tutti coloro che si erano presentati quali imitatori di cantanti attuali, ne avevano preso – ovviamente – anche l’atteggiamento distaccato: “Ora vi faccio un favore”. Poi è arrivato un ragazzo che si era presentato quale imitatore di Paul Anka, e quindi: bell’aspetto, pettinatura e voce anni ’50, così come l’abbigliamento elegante quanto impeccabilmente datato, cantandone – benissimo – anche il cavallo di battaglia (Diana).Ebbene, sarà stata la canzone epocale, quel sano modo di interpretarla, che al momento di apprendere di aver vinto, il tipo ( sopraffatto dall’emozione), è scoppiato in lacrime irrefrenabili, riuscendo a commuovere anche personaggi navigati (Zanicchi, Bonaccorti, Mughini, ecc.), che – quali giurati – lo avevano votato vincente. E’ un buon segno. Questo è l’atteggiamento che preferisco ( perché io sono di questa pasta e – quando mi è capitato – non ho avuto problemi a commuovermi). Oltre a ciò devo aggiungere che ritengo questo modo di essere più anticonformista che non l’atteggiamento di spocchiosa sicurezza. Molti artisti devono usare il divismo per innalzare la loro immagine a un’altezza che la massa sia portata a pensare essere irraggiungibile. In questo modo (apparire magari senza essere), si creano miti – a volte – di pochezza artistica disarmante. Usando l’inavvicinabilità – specchietto per le allodole – essi potranno confondere vieppiù il fan. Un artista di questo tipo, difficilmente sfogherà la sua gioia abbandonandosi. Quelle lacrime ( o qualsiasi altra manifestazione terrena), potrebbero avvicinare pericolosamente il divo al pubblico. E allora si vedrebbe il Re… nudo. Questo mio essere così, mi pone nella condizione ideale anche per smontare il monumento del cantautore tutto compreso nel suo impegno, insopportabilmente convinto di indicarci la retta via, attraverso un po’ di note e – a volte – incomprensibili parole.

RadiocorriereTV  n° 41  10/10/00