Tempi moderni

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Quel degrado umano e morale, che denuncia un grande vuoto culturale

Ho iniziato – con la puntata precedente – un discorso sull’ipocrisia insita nel voler ritenere ‘protette’ ( a salvaguardia degli spettatori più piccoli), alcune fasce orarie televisive. Il desiderio mi è nato ascoltando il papà di un giovanissimo – protagonista purtroppo di un episodio di cronaca nera – il quale si dichiarava certo della ‘colpevolezza’ (indiretta), di un cantante (tale Marylin Manson, detto anche l’anticristo del rock), reo di aver plagiato il suo ragazzo con vari ciarpami musica/filosofici. Sere fa, facendo ‘zapping’ tra i vari canali, mi sono imbattuto in un’inchiesta che coinvolgeva giovanissimi frequentatori di discoteche a Tel Aviv. Mi sono reso conto così di quanto l’idea di isole felici, di rigorosi comportamenti – magari indotti dal timor di Dio – sia assolutamente ormai da dimenticare. Al di là del fatto che – all’interno di questi siti – la popolazione era pressochè minorenne, sono rimasto sbalordito dal look, che caratterizzava soprattutto le fanciulle. Ragazzine che si aggiravano (mi sembrava) sui quattordici, quindici anni, truccate come maitresse, senza più alcun freno nel linguaggio sboccato, attraverso il quale non si peritavano di dichiarare il loro prostituirsi, a favore dell’acquisto di una dose. Il tutto, bellamente spiattellato davanti alle telecamere in un tripudio di lazzi, frizzi e menefreghismo. Non sono certo nato ieri e di cosa allucinanti in certi ambienti – grazie al mestiere che faccio – ne ho viste tante, ma non posso fare a meno di notare quanto ormai si siano rotti i freni inibitori di qualsiasi comportamento. Un degrado umano e morale, che denuncia un vuoto spaventoso culturale e di rapporti. Si avvertiva in quell’ammucchiata di individui, una solitudine interiore abissale: se tutto questo viene inteso come democrazia e quindi libertà di fare il proprio comodo a scapito di chicchessia, fregandosene delle regole e del rispetto altrui, allora qualcosa di sbagliato c’è davvero. E’ mai possibile che a tutto ciò non ci sia rimedio, se non, anacronistiche ‘fasce orarie’? E’ mai possibile che non si riesca – metti con un Manson – a far capire ai ragazzi che il re è nudo? Comunque, non c’è bisogno di andare a cercare personaggi negativi o l’imbarbarimento delle trasmissioni tv, in altri stati. Parlavo di degrado umano e morale, indotto da questa parossistica corsa verso un qualcosa che somiglia sempre più a una chimera. La stessa tv – privata o di stato – bada solo all’audience, alla conquista degli sponsor. Siamo ormai lanciati verso il vaticinio di sogni sempre più virtuali. Qualsiasi cosa ci annoia dopo breve tempo dalla sua acquisizione. In questo modo, siamo diventati gli inconsapevoli ingranaggi che fanno girare questa ruota malata. Se una trasmissione ci ha stancato, ne cerchiamo un’altra che ci offra qualcosa di diverso, magari che si spinga più avanti, osando un pò di più, pur di accontentare la nostra sete di nuovo, di ‘gossip’. Ed ecco che tutto viene fatto in funzione di questi nostri desideri, sollecitati ad andare sempre più avanti del nostro pusher ( che ce li procura), in un gioco perverso di gatto che si morde la coda. Ancora una puntata. 

RadiocorriereTV n° 3 22/01/02