Signor G

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Conclusione dei ricordi su Giorgio Gaber, come li vissi io

Sto parlando da due puntate ormai, del mio rapporto con Giorgio Gaber e di come, dopo quaranta anni, da quando cioè – nel 1961 – lo avevo conosciuto durante un suo concerto nel locale ‘Il Pirata’ di Marina di Massa (dove cantavo tutte le sere con il mio complesso I Delfini), io avessi avuto voglia di cantare una mia canzone, Bar Metrò (a due voci) nel mio nuovo Cd, Signori si nasce e io lo nacqui. Avevo cercato di dar corpo a questo mio desiderio, telefonando al suo segretario, signor Dal Bon e facendogli invio del brano suddetto, già arrangiato e con la mia voce sovrapposta. Ricevuto il nastrino, Dal Bon mi aveva passato Giorgio per la conferma definitiva. Nel sentire la sua voce dopo così tanti anni, provai una certa qual emozione. Gli esternai i miei ricordi di lui in quel lontano anno e la mia immutata simpatia nei suoi confronti. Gli dissi che il ‘mio’ Gaber era comunque rimasto quello di canzoni – anche misconosciute (ma che io possiedo e amo) – quali, Le strade di notte, La cartolina, La conchiglia, e che mi rammaricavo proprio per il fatto che avesse smesso di scriverne 8anche solo per nutrire sentimenti ritenuti obsoleti), per dar sfogo alla sua voglia di dire altre cose. Mi indicò quali fossero le strofe che avrebbe preferito cantare lui, le mie e quelle da cantare insieme: Lo ringraziai, intuendo che quella sarebbe stata l’ultima canzone, esclusivamente ‘canzone’ – senza altri orpelli – che Giorgio avrebbe cantato. Ora la cosa non sarà più possibile e la colpa è un pò mia e un pò delle circostanze. Pensavo infatti di avere tempo per poterlo fare, allorquando avessi trovato un’etichetta disposta a distribuire il mio nuovo Cd. Mi dispiaceva dover andare a fargli perdere tempo per un progetto, che forse non sarebbe mai andato in porto. Fino a quando non ho trovato la possibilità di produrre il mio lavoro secondo le mie aspettative. A quel punto telefonai di nuovo, ma – stavolta – il signor Dal Bon, mi disse che Giorgio non stava bene e che stava facendo molta fatica per portare avanti anche un suo lavoro. Capii sostanzialmente la gravità del problema che Giorgio stava vivendo e pregai il suo segretario di pensare al mio progetto, appena Giorgio si fosse ristabilito. Gli avrei mandato la base per fargliela cantare nelle strofe da lui scelte e io avrei fatto il resto. Il destino ha fatto in modo che questo non avvenisse. Alcuni poveri di spirito potranno pensare alla solita manovra per pubblicizzare il mio nuovo Cd e stavolta non li deluderò, ammettendo che è proprio così. In fondo nessuno di noi fa questo mestiere solo per l’ideale (a parte i conformisti) e a Giorgio lo avevo chiesto, proprio perché – con la sua presenza – nobilitasse e rendesse ‘cult’ il mio disco: Al di là del piacere di cantarci insieme era questo il mio fine dichiarato. Non sono ipocrita da non ammettere che questo mio Cd sarebbe stato venduto anche per la sua presenza, e mi auguro che in nome di ciò possa ancora accadere. Giorgio – comunque – mi aveva risposto di sì. e questa sua decisione – probabilmente – era dipesa anche dalla bontà della canzone. E per me non è poco! Ciao e grazie lo stesso, Giorgio.

RadiocorriereTV n°6 11/02/03