di Don Backy
Prosegue lo scambio di riflessioni sull’importanza di un testo in un brano
Continua il vivace scambio di considerazioni con un giovane lettore sulla validità del testo rispetto alla musica, in una canzone. Il primo numero racconta la sua opinione. Lo stesso – a seguire – la mia risposta:
4°) Quando ascoltiamo per la prima volta una canzone, spesso non prestiamo attenzione al testo ma ci lasciamo coinvolgere dalla musica: è sulla melodia che inizialmente posiamo lo sguardo (o meglio le orecchie). Quindi, a livello epidermico possiamo capire se quella è una canzone bella o brutta. Se poi, ascoltando più volte un pezzo che ci era piaciuto molto fin dal primo ascolto, ci accorgiamo che il testo è brutto, possiamo dirci: “Peccato, è un testo che non rende giustizia alla musica che accompagna, però quella canzone è già entrata nel cuore (e, probabilmente, anche nelle classifiche).
4°) Anche qui – purtroppo – non mi fai nessun esempio concreto. con qualche titolo, in modo da poter supportare quanto affermi, ma solo genericamente mi dici che la prima cosa che ascoltiamo in una canzone è la melodia. E chi lo dice? La tua è un’affermazione che varrà per una parte delle persone, non certo in generale. Io – per esempio – pongo grande attenzione a ciò che la melodia accompagna e – ripeto – difficilmente ho sentito qualcosa di melodicamente bello, accompagnare un brutto testo. Semmai sono entrambi poco gradevoli, o il contrario (cioè belli entrambi), ma raramente scompagnati in maniera così sbilanciata a favore della musica.
5°) Un bellissimo testo che accompagna una bellissima musica farà diventare quella (già bella) canzone un capolavoro! Ma è difficile anzi, impossibile che un bellissimo testo su una brutta musica possa creare una bella canzone.
5°) Questo punto – secondo me – è simile al punto 3 (es: Sognando) di questo ‘battibecco’. Comunque, ribadisco che il bellissimo testo sarà apprezzato più della brutta musica in questione e – comunque – ne uscirà vincente. Ma voglio farti ancora un esempio e stavolta mi sbilancio anche facendo il nome. Poniamo il caso di Bella senz’anima, di Cocciante. Ha una melodia davvero molto bella e intensa, ma – se solo suonata – è proprio ‘bella senz’anima’. Ora prova a metterci ‘quelle’ parole e salteranno fuori tutti i colori dell’anima. Essa diventerà struggente, malinconica, triste, romantica e tutti gli aggettivi possibili per significare l’esaltazione dei sentimenti, che vibreranno soprattutto all’ascolto di quei concetti. Purtroppo – ed è con rammarico che lo dico – voi ragazzi di oggi non ponete più l’attenzione a questo aspetto predominante in una canzone, badando magari più al suono del rullante di una batteria, o alla tecnica con cui viene eseguito un riff di chitarra, piuttosto che ai concetti. L’invasione della lingua inglese (attraverso le canzoni), ha contribuito a creare questo disinteresse. Vi siete disabituati a considerare l’importanza dei sentimenti e pare quasi che ne proviate vergogna, fuorviati, in genere, da questo martellante ‘machismo’, attraverso il quale ci si sente all’altezza, solo dimostrando quanto si è ‘duri’. Ce n’ho ancora per un paio di puntate.
RadiocorriereTV n° 31 05/08/03