Piccolo, grande miracolo delle canzoni. Non è raro ritrovare in un brano il sapore di alcuni momenti
Continuiamo a volere sulle ali della fantasia e dei ricordi, usando, quali deltaplani o aquiloni colorati, il riascolto di canzoni d’epoca. Quelle, per intenderci, che hanno accompagnato i momenti più belli o anche brutti (perché no?) Della nostra perduta gioventù. Ovviamente devo farlo con ricordi vissuti in prima persona. E poi quanti sono coloro che, durante i miei concerti, vengono a dirmi di essersi conosciuti e sposati grazie ad una qualche mia canzone! Questo, è ovvio, capita anche ad altri miei colleghi, il che dimostra che ciascuno di noi ha un suo personale armadio nel quale ha rinchiuso le sue stampelle cariche di ricordi, io stesso, per esempio, rammenterò per sempre il giorno del mio matrimonio, ogni volta che ascolterò (o canterò) la mia canzone Poesia. Essa fu suonata all’organo, in chiesa – proprio al momento del si – dal mio pianista di allora, in quella atmosfera particolare e grazie al suono dell’organo questa canzone assunse un significato diverso, riuscendo a sembrare, in quel frangente, sacra, tanto quanto una musica gregoriana. Vi giuro, ancora oggi mi vengono i brividi, ogni volta che ci penso. Ecco il piccolo, grande miracolo che compiono certe canzoni. Non è raro infatti, se di colpo mi capita di ascoltare, per esempio, Anema e core da Roberto Murolo, di rivedere e risentire nella memoria mia madre che la canticchia (con il napoletano forzato dall’indelebile accento toscano), sfaccendando in cucina, avere nell’olfatto il profumo di una certe precisa pietanza, e gustarne nella mente addirittura il sapore. Non è raro – ogni volta che mi ritorna in testa, che so, il motivo di Alberto caduto, una vecchissima canzone cantata da Ugo Molinari – ritrovarmi intorno alla radio Marelli ad ascoltare i festival di Sanremo d’inizio anni ’50, in quell’atmosfera in bianco e nero, forse un pò malinconica, ma permeata da quel senso di famiglia così forte. E mi capita, in certe canzoni del primo Pino Daniele, di rivivere i brividi delle sere d’estate, trascorse da ragazzo a Castellammare di Stabia, quando le prime emozioni d’amore, mi facevano palpitare il cuore per Maruzzella.
RadiocorriereTV n° 20 16/5/00