di Don Backy
Alcuni consigli pratici ai tanti ragazzi che mi scrivono
Ai ragazzi che mi scrivono mandandomi dei provini di canzoni da ascoltare – affinché io li aiuti a ‘sfondare’ nel mondo della musica leggera – provini realizzati badando più ad ‘apparire’ attraverso suoni perfètti (grazie alla tecnologia dei computer), che ad ‘essere’, attraverso la creazione di una canzone, che lasciasse trasparire delle vere emozioni, rispondo – la maggior parte delle volte – che questi mi sembrano veramente troppo aridi e tecnologica- mente freddi, rispetto a come dovrebbero essere le canzoni, per lo scopo che si prefiggono, e cioè, quello di regalare – possibilmente – un sogno, un emozione. Possiedo alcune canzoni di Modugno, da lui realizzate solo con la chitarra, tra le altre: Notte di luna calante, la quale – ogni volta che l’ascolto – è in grado di ‘saziare’ il mio bisogno interiore di spiritualità. Invece, ho ascoltato recentemente nel cd/promo di uno di questi aspiranti cantautori, una trentina di canzoni. Mi ci sono messo di buzzo buono, sperando di scovare qualcosa di utile, di positivo. Purtroppo – per i miei gusti – non vi ho scorto niente. Niente mi ha parlato di emozioni scaturite dai sentimenti provati dall’autore. I testi non raccontavano di nessun momento magico, quasi lo specchio di un mondo che ormai non si sofferma più a pensare al benessere dell’anima anche attraverso una canzone. L’unica cosa che traspariva, era fretta e omologazione. La voglia di ‘sembrare trendy’, di mostrare cioè, quanto i ‘sentimenti banali’, le ‘chiacchiere amorose’ (queste alcune delle citazioni aborrite) fossero inutili. E fossero state cose criptiche sulla falsariga – che so – di Battiato (ermetico, ma intelligente e colto), ma mandare a me canzoni contenenti frasi del tipo: “pistolate nella notte/se ti piglio tu sei morto” (e mi taccio a questa per amor di patria), mi fa veramente cadere le braccia.Vorrei ricordare che io sono di una generazione che ha goduto dell’estro di Buscaglione e del genio del suo paroliere Leo Chiosso, i quali – in quanto a canzoni di divertente ‘noir’, non avevano, non hanno e non avranno rivali, mai. Siamo stati talmente invasi da valanghe di offerte musicali in tutte le salse, che ormai ci viviamo in mezzo senza più farci nemmeno tanto caso. È come entrare in una pasticceria avendo voglia di una certa pasta e trovarsi immersi e circondati da centinaia di offerte, che servono solo a rendere incerta la scelta. Così è diventato per la musica leggera. Se uno cerca l’approccio ‘soft’ alla comunicazione – attraverso una certa canzone – si trova immerso in un’assordante e confusionale colonna sonora, dove qualsiasi scelta ci lascia insoddisfatti. E sono quasi convinto che anche in questi mega concerti, dove si va in ventimila, come forsennati a saltare sotto il palco, alla fine – quando cioè si esce – gettando un’occhiata là, dove covano i sentimenti veri, ci si accorge che essi sono rimasti sul fondo, annullati da un esagerato pompaggio di adrenalina – dovuta a luci e suoni esasperati – e che le emozioni avvertite, non siano state altro che il voler dimostrare (apparire) di averle avute, pur avendo la certezza di non averle provate davvero (essere).
RadiocorriereTV n° 35 02/09/03