di Don Backy
A colpi di lettere ed e-mail, con lettori e internauti, su certi pensieri liberi
Che volete che vi dica, finirò col diventare noioso, ma i miei convincimenti li difendo fino in fondo, seguendo il dettame di Ezra Pound il quale dice: “Se un uomo non difende strenuamente le proprie idee o non valgono niente le idee o non vale niente l’uomo”. Ricevo via e-mail, rispondo alternando le osservazione del mio interlocutore, con le mie osservazioni:
“Caro Don Backy, ho seguito con un certo interesse i tuoi scritti sul Radiocorriere TV e in fondo mi fa piacere che, tra tanto conformismo, esista uno spirito libero come te”
1) La polemica su Sanremo e sulle tue mancate partecipazioni è lo specchio, purtroppo, di un modo di fare molto italiano. Non so se all’estero le selezioni per un festival si svolgano in questo modo…..
1) Nemmeno io so come si svolgono all’estero queste cose. Più avanti cercherò di motivare il mio rammarico per non esserci
2) Devo dirti, però, che non mi è piaciuta per nulla la frase del professor Miglio da te citata riguardo all’essere i conservatori ‘veri riformatori’ . Il ragionamento, che ad una prima analisi addirittura risulta illogico, mi ricorda molto da vicino la celebre frase detta dal protagonista del celebre romanzo Il Gattopardo, una frase che anche tu avrai sentito più volte: “Bisogna cambiare tutto affinchè non cambi nulla”. Questo non è affatto un ragionamento da ‘conservatore intelligente’, bensì da reazionario furbo, il quale vuol far credere di aderire al metodo riformista per poi tutelare sempre i soliti interessi dei ‘pochi eletti’. Se questo rispecchia il tuo modo di vedere, come hai chiaramente scritto a conclusione del tuo articolo, ti dico che rispetto la tua opinione ma proprio non la condivido, neanche alla lontana.
2) I miei articoli, sono soltanto il mio punto di vista, suggeritomi dalle esperienze avute direttamente. Tu lo rispetti? Anche io rispetto il tuo, ma non puoi venire a sostenere le tue tesi contrarie alle mie, come fossero verità, perchè potrei confutare mille volte quanto vai affermando.
Questa frase, proprio non riesco ad avvicinarla a quella del Gattopardo. E quali interessi personali da ‘reazionario furbo’ , avrei conservato e protetto io dopo il famigerato ’68? Vuoi invece un esempio delle cose da conservare, che invece si sono perdute e che – secondo me – sono e sarebbero necessarie per allevare una sana generazione?
Dio, Patria e Famiglia. Ecco! Retorica? Ebbene, per me non lo è. E nelle canzoni, vuoi sapere cosa avrei conservato? Quei sentimenti – magari anche un pò sdolcinati – che nascevano dal cuore e che gente come Paoli, Bindi, Endrigo, Modugno e anche io toh, mettevamo con intelligenza e rigore nelle nostre canzoni, ritenute improvvisamente inadatte per le nuove e progressive generazioni, da chi professava un modernismo (finto, perchè buttare a mare il passato, non è sinonimo di modernità). Avessi voluto tutelare i miei interessi, avrei voltato la gabbana della mia liberale anarchia, per abbracciare quel treno che partì proprio nel ’68.
RadiocorriereTV n° 42 16/10/01