Note in crisi

A cura di Renata Mallia

Riesumiamo le terzine e le duine, perché darebbero non poche sorprese

Nello scorso numero, ho cercato di spiegarvi – almeno secondo me – alcuni aspetti del repentino cambiamento di tendenza musicale che si ebbe alla fine degli anni ’60, i quali – contribuendo alla morte dei ritmi terzine e duine -produssero guasti anche nel settore delle vendite. Ebbero il sopravvento – quindi – testi dai concetti criptati in ermetismi dottrinali e conseguenti ritmiche più consone a quel linguaggio, ma impopolari in profondità. Solo alcuni (BaglioniBattisti), tra i continuatori di una tradizione – che si andava con loro gradatamente rinnovando – riuscirono a salvarsi per il rotto della cuffia, essendo pervenuti al successo a cavallo di quello stesso periodo, e – godendo quindi di un seguito rilevante – impossibili da bollare o cooptare. Tutto il resto – senza alcun distinguo – fu ghettizzato in quel mare di melassa vecchia e nostalgica, denominato anni ’60, e lì colpevolmente marmorizzato in un monumento dell’inutile e del banale. Tutte le tematiche d’amore – che ben si integravano con quei movimenti ritmici, sia per l’ascolto che per il ballo (principali veicoli promozionali delle canzoni) – furono affossate e marchiate con l’appellativo di fuori moda, mentre le capacità degli autori del genere, furono denigrate e ridotte alla pura sopravvivenza da quel modernismo fasullo. Non tanto stranamente quindi, quel periodo ha coinciso con la crisi sempre più grave delle vendite discografiche in generale. Ecco allora gli esempi teorico/pratici, attraverso i quali sostengo che i ritmi terzine e duine, potrebbero essere tranquillamente riesumati, onde offrire una vasta gamma di possibilità romantiche, da applicare alle canzoni. E se cantanti di grande popolarità e credibilità presso il pubblico degli acquirenti più giovani, (RamazzottiNek, ecc.). le inserissero nei loro repertori, beh, mi piacerebbe tanto stare a vedere i risultati. Suffraga questa mia teoria di ritorno al futuro, il fatto che – guarda caso – ogni qual volta un artista straniero si è divertito a proporre un brano usando questi semplici movimenti ritmici, il successo è stato assicurato. Faccio solo alcuni degli esempi più recenti che mi vengono in mente, annoverando nomi di grandissima levatura come John Lennon con Starting Over, oppure dei Super Tramp, con un brano (anni ’83/’84 di cui mi venisse un bene se ricordo il titolo), seguiti da Crocodile rock di Elton John, da Jery delle Spice Girls, la quale ha realizzato Goodnight Kiss, con atmosfere degne dei migliori Fifties (Anni’50), anche se con suoni – ovviamente – tecnologicamente avanzatissimi. E – ancora più recentemente – da Kelly, con la sua If I could turn back che riporta alla mente artisti epocali affezionati alle duine classiche dei blues leggeri e chissà quanti altri che non conosco. Il discorso non può interrompersi qui e- sul prossimo numero – cercherò di concluderlo con nuovi esempi.

RadiocorriereTV  n° 26   27/6/00