di Don Backy
Ultime riflessioni sulla “questione Umberto Bindi” e iniziative di supporto
Vi dico dunque perché non sono d’accordo nel condividere l’iniziativa di alcuni personaggi, che intenderebbero produrre un Cd, col ricavato della vendita del quale aiutare il cantautore Umberto Bindi, – pare (ma non è detto) – in difficoltà finanziarie. Nel frattempo – è bene premetterlo – questa arida iniziativa del Cd, potrebbe essere rientrata (e io ne sarei lieto). I perché? Eccoli! Mi chiedo: E se il Cd fosse un flop, cosa porteremmo a Bindi, qualche spicciolo di euro e – magari – gli chiederemmo scusa per il deludente risultato? E anche se fossero qualche decina di ex milioni di vecchie lire, cosa gli risolveremmo? Qualche giorno? Qualche mese? E poi? Un nuovo Cd? E’ pur vero che qualcosa, ma allora mi dico: non sarebbe più dignitoso per Bindi e per noi – che quegli autorevoli personaggi perorassero la proposta di un vitalizio serio e sostanzioso (legge Bacchelli) in modo da rendere a Bindi una vecchiaia serena e tranquilla? (Naturalmente, se nel frattempo fossero sorte iniziative più concrete – superando quella un pò squalificata del Cd – non potrei che rallegrarmene, ma io come ho detto – scrivo su un settimanale e non sempre posso tenere il passo con gli sviluppi giornalieri delle vicissitudini). Comunque una tiratina d’orecchi ce la meritiamo tutti, perché ritengo che questa iniziativa giunga in colpevole ritardo. Avendo – alcuni di questi promotori – già da allora (anni’60) un potere nei media, non avrebbero fatto meglio – (da allora fino a oggi), quando Bindi subiva ostracismi da parte di radio, televisione e stampa, specie per la sua condizione di omosessuale, e vedeva spegnersi il suo talento e la sua carriera tra le fauci di voraci predoni, che lo emarginavano sempre più dai loro circuiti, dai loro festival, dai loro cantagiri, dalle loro trasmissioni, per non turbare i sonni del ‘benpensantismo’ imperante – non avrebbero fatto meglio dicevo, a difenderlo in quei momenti veramente drammatici per lui? Non so se Paoli – quando è stato deputato al Parlamento Italiano – abbia o no, pensato di presentare – che so – un disegno di legge a tutela di casi come quello dell’amico Umberto. Se lo ha fatto, merita un elogio, altrimenti… ha ragione Lauzi quando dice di vedere più un’operazione farisaica, piuttosto che una disinteressata volontà di aiutare un grande in difficoltà. Nessuno di loro è un ente benefico ma – se già non lo fanno – nei limiti delle loro possibilità, pensassero magari a un primo meritevole e silenzioso intervento, evitando questa miserrima trovata del Cd, che può portare beneficio solo a chi ne riceverebbe il solito vantaggio pubblicitario. Mi auguro che Bindi possa – grazie a loro – essere aiutato a riottenere il posto che gli compete nel panorama artistico, ricominciando ad essere invitato – in maniera continuativa e non sull’onda ‘buonista’ dell’emozione – in trasmissioni che contano, per far ascoltare non solo a chi è stato , ma chi ancora continua ad essere, non dovendo subire l’umiliazione di una iniziativa, dove ciascuno potrebbe mettere molto impegno con le proprie corde vocali, ma ben poco col proprio cuore. In questo senso, io sono disponibile.
Radiocorriere TV n° 18 7/05/02