Nobili e affini

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Riflessioni su La Talpa e polemiche varie, utili per capire meglio certe situazioni

Finisco sull’episodio contessa Ripa di Meana. Essendomi molto adirato per il suo comportamento e il suo linguaggio, ho rintuzzato la sua arroganza. E tutto questo, unicamente perché non mi piace chi offende per luoghi comuni, soprattutto quando ci sarebbero buone ragioni per essere offesi, per gli stessi motivi. Adesso però, voglio parlarvi di qualcos’altro. Devo sottolineare ancora una volta che – per quanto mi riguarda – non mi ritengo un polemico che polemizza solo per il gusto di farlo. Questo è un altro luogo comune che mi accompagna da tempo immemorabile. Il distinguo è, che a me la polemica piace affrontarla quando è costruttiva, quando – cioè – serve a fomentare idee creative e non a distruggere. Qualcuno di voi ricorderà ancora la serie di articoli da me scritti, in contrapposizione a una recensione che il dott. Luzzatto Fegiz aveva fatto riguardo al mio nuovo Cd Signori si nasce e io lo nacqui. Qualcuno di voi avrà anche avuto modo di seguire la puntata di Domenica In, del 29/02/04. lI buon Paolo Bonolis, mi ha finalmente dato l’opportunità di cantare una canzone proprio da quel Cd. lo ho scelto il brano Se io fossi amore e – memore della scarsa considerazione riservatagli dal Fegiz nella sua recensione – gliel’ho dedicata, oltre che a tutte le signore. Al termine, lui ha tentato di ribadire il proprio punto di vista negativo, soprattutto riguardo alle parole del brano che ha giudicato ‘imbarazzanti’ e poi – non contento – nel prosieguo della diatriba, ha cercato di mettermi a tacere, dandomi – carico di livore – dell’ex cantante. Ora, se c’è una cosa in cui non mi sento ex, è proprio nella mia professione, essendo uno dei pochi che ancora canta le canzoni in tonalità originale (prova ne sia l’esecuzione – senza sforzo alcuno – dal vivo de L’immensità, suonata dall’orchestra in mi minore, come all’origine). A parte questo, il sullodato critico – che evidentemente si è accorto della gaffe cialtrona – durante la pubblicità mi ha chiesto scusa, non avendo evidentemente la forza d’animo di poterlo fare a telecamere accese, laddove ne sarebbe uscito da signore. Ma, appunto: “Signori si nasce…..”. All’altra giornalista (Venegoni?) – che credo scriva per la Stampa – la quale mi ha chiesto se io da trenta anni mi sveglio al mattino pensando sempre a quella stessa cosa (il disco Casa Bianca), ho semplicemente detto che sarebbe come dimenticare di avere una cicatrice sul corpo e – anche se vivo la mia vita in maniera tranquilla e costruttiva – pure devo considerare questo aspetto assolutamente importante della mia storia, che ancora non è finita dal punto di vista legale.Lei è davvero così certa che avrebbe messo una pietra sopra alla perdita di una delle canzoni più belle che mai avesse scritto? E se rispondesse di sì, le potrei dire soltanto che il mondo è bello proprio perché gli individui non sono tutti uguali e che a me, piace comunque non dimenticare. E allora?

Ps. sempre alla signora Venegoni, voglio precisare che l’ispiratore della mia canzone intitolata Se io fossi amore, non è S.Francesco – come da lei paventato – ma esattamente il mio conterraneo Cecco Angiolieri

RadiocorriereTV n° 15 13/04/04