No ai concorsi

A cura di Renata Mallia

Sembra possibile una definizionema vanno fatte alcune distinzioni

Molto spesso – mentre attendo di iniziare un concerto o anche alla fine di questo – mi viene rivolta una domanda dai diretti interessati, oppure dai genitori di aspiranti cantanti, se- e quanto – convenga frequentare scuole di canto (parlo ovviamente di musica leggera), oppure partecipare a festival di voci nuove, più o meno famosi e conclamati. La maggior parte delle volte, mi limito a sconsigliare gli eventuali aspiranti, in maniera veloce senza dar loro troppe spiegazioni. La cosa si ripete però così tanto spesso, che alla fine ho rielaborato una vecchissima idea ( anni 60), quella cioè di riaggiornare un piccolo vademecum ( che avrei voluto pubblicare allora), attraverso il quale dare delle indicazioni di massima sulle difficoltà – e anche sulle possibilità – che si incontrano nel voler intraprendere la professione, discettando – in maniera divertita e divertente (credo) – su produttori, discografici, ambiente, cultura, e varia altra umanità – che bisogna conoscere per poter muoversi nel migliore dei modi nell’ambiente. E proprio dai capitoli: Scuole di canto e Festival di voci nuove– che pubblico in queste puntate – ho iniziato a rivedere l’antico libercolo, per il quale conserverò (se e quando lo pubblicherò), il titolo piuttosto esplicativo de: Il Tebutto.

Scuole di canto. Ultimamente sta furoreggiando una sedicente università della canzone. A parte il fatto che per iscrivercisi occorrerebbero gli emolumenti dati a Nomisma per lo studio sull’alta velocità, il mio consiglio è di desistere dal farlo, anche per i motivi seguenti:

1°) Avendo quei soldi, sarebbe meglio andarsene in vacanza in Kenia con la propria ragazza e di là, scrivere una bella cartolina di buon lavoro ai docenti dell’università.

2°) Se per caso qualcuno volesse iscrivercisi comunque e poi constatare la certa inutilità di averlo fatto, l’unica consolazione (un pò blasfema) sarebbe quella di pagare dodici turchi doc e metterli tutti in fila a bestemmiare (senza offesa, per carità. Da frase fatta: ” Bestemmiare come un turco”). Conviene giocarsi così il Paradiso?

3°) Del resto, i nomi più importanti usciti da quella università sono: l’ex Tizio, l’ex Ciao, l’ex Sempronio e l’ex Luthor.

Quindi, concludendo….:

4°) ….Se si è seduti sul water- mentre si legge l’opuscolo propaganda di detta università – si può cominciare a prefigurarsi altri motivi per cui è più opportuno usare il medesimo, magari per fini meno nobili (ma certo più utili). (Purtroppo, se il dépliant è plastificato non sarà utile nemmeno per quelli). E adesso, nel prossimo numero, ne spiegherò le motivazioni (sempre secondo il mio parere).

 RadiocorriereTV   n° 52    26/12/00