di Don Backy
Lettera aperta per un “caso” che sta diventando addirittura nazionale
Caro Direttore, alcuni numeri fa, su questo settimanale, ho letto con un certo interesse – nella rubrica curata da Renato Marengo – una notiziola che mi riguardava. A prima vista sarebbe potuta sembrare una delle tante che ciclicamente ricorrono su l’ormai annosa diatriba intercorsa tra me e Adriano Celentano. Questa però ha quasi i crismi di una conferma, perché non è la prima – di questo tipo – che mi capita di leggere. Avrei potuto risolvere il tutto con una frase sibillina, del tipo “Quoque tu direttore…” con quel che consegue. Invece la cosa è davvero curiosa e ho deciso di andare aventi in questa indagine – che potrebbe farsi anche interessante – soprattutto per capire bene cosa ci si può nascondere dietro. Sulla faccenda ho letto personalmente un articolo a firma di Carlo Baroni, anche sulla Nazione. Ne ha parlato Dario Salvatori su il tempo e quando gli ho telefonato per saperne di più anch’io – e per conoscere da chi avesse ricevuto una notizia di quel tipo – il nostro comune amico, e collaboratore del Radiocorriere – difeso dal segreto professionale – è stato piuttosto vago e non si è voluto ‘sbottonare’ più di tanto. Nel contempo – però – si è detto sicuro di un certo tipo di soluzione di questa vicenda (che mi ha comunque prospettato e della quale non parlo perché non ne sono stato autorizzato) illustrandomi – a suo modo di vedere – un certo percorso che il buon Adriano avrebbe in animo di compiere ( Dario ne è persuaso) per raggiungere un determinato obbiettivo: pacificare certi ‘traumi’ del passato, che forse -avanzando l’età (sig!) possono diventare più pesanti di quel che si pensava in gioventù. Forse anche altri hanno pubblicato questa notizia, anche se non ne sono venuto a conoscenza. E’ una cosa quindi, che comincia ad assumere i contorni nazionali. Non so se la vicenda sia nata dall’episodio che mi è stato riportato, le versioni sono però convergenti. Anche quelle riferitemi vocalmente da persone degne di fede. E allora? Pare che ai margini di una conferenza stampa tenuta a Milano dal mio “ex amico Adriano”, qualcuno abbia aggiunto – alle cose dette – anche qualcosa di più confidenziale. Io non c’ero e non posso affermarlo, ma – ripeto – sia gli articoli che le voci al riguardo, convergono tutte sulla stessa probabilità e tu sai che molti indizi convergenti, possono formare una prova. Hai voglia a pensare che del fatto ormai non si ricorda più nessuno e che dovrebbe essere una di quelle notizie assorbite dal tempo. Invece niente. A quanto pare è qualcosa che è rimasto nell’immaginario collettivo. Una specie di turbamento nazionale che in qualche modo ha segnato – traumatizzandola (apparentemente) una generazione. Siamo diventati – io e il boss del Clan – una specie di “fratelli rivali”, un pò come Coppi e Bartali o Rivera e Mazzola, ai quali comunque si vuole bene e che – nonostante tutto – si vuole continuare a considerare uniti e facenti parte della propria storia. Caro Direttore, mi accorgo di aver speso il mio tempo senza aver rivelato di quale notizia sto parlando. Lo farò nella prossima puntata. Promesso.
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