In libertà

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Fantasia e Sognando: due esempi di creatività anticipatrice

Nelle due puntate precedenti, ho compiuto un rapido excursus tra le cose artistiche da me realizzate, scoprendo -grazie a questo – quanto in realtà mi sia capitato di creare cose assolutamente in anticipo sui tempi. Quel 33 giri – pensato per contenere non le solite canzoni discograficamente già abbondantemente sfruttate nei 45gg (come d’uso in quel periodo) e che -per inciso – portava il titolo piuttosto ridondante di: Le quattro stagioni di Don Backy, comprendeva ben dodici canzoni nuove di zecca. Quindi, già il creare nel 1968, un album di quel tipo, rappresentava una novità assoluta. Se poi si pensa che le dodici canzoni portavano il titolo – ciascuna – di un mese dell’anno (da Gennaio a Dicembre) e che attraverso i temi trattati nei dodici brani, vi si svolgesse un’unica storia d’amore, la quale risentiva del clima e degli umori – ora tristi, ora malinconici, ora allegri – a seconda dei mesi attraversati, bè allora si può capire quanto tutto ciò fosse innovativo in molti sensi, rispetto ai tempi. Infatti andò male (oggi è un vero e proprio ‘cult’ tra i collezionisti. Accenno velocemente a Fantasia (1971), dove trattavo l’uomo planetario (globale), senza più frontiere “…L’Europa è la mia testa e pensa / L’America è il mio petto che respira / Le braccia l’Asia e l’Africa e le mie gambe l’Artico e l’Australia…/ E posso dare al mondo anche il mio cuore, perché possano scrivere su di esso, una parola: AMORE ( e di che si parla oggigiorno?). Lo stesso anno trattai il tema del disagio mentale, in una canzone intitolata Sognando. Quel concetto faceva paura. Ricordo di aver girato tutte le case discografiche dell’epoca, senza trovare uno straccio di direttore artistico che mi concedesse di inciderla: “Troppo difficile”, era il ritornello., provai a presentarla al Festival di Sanremo. Credo che la bloccassero a Savona. In seguito, nel 74 – accortomi della impossibilità di poter incidere quella canzone- decisi di intraprendere un’avventura ancor più intrigante. Abbandonai completamente qualsiasi altra mia attività (dischi, serate, cinema, libri, ecc.) per dedicarmi esclusivamente alla realizzazione della prima Commedia Musicale a Fumetti, messa in atto in Italia. Il titolo di quell’opera non poté essere che Sognando. Mi davano tutti del pazzo, perché – a dirla con Pippo Franco – ‘sprecavo inutilmente un sacco di energie’. Seguitai imperterrito nel mio sogno artistico, corredando le immagini con dodici canzoni (tra cui Sognando) – assolutamente adatte a un arco di pubblico dai 5 ai 105 anni (perché per me, i bambini possono capire quanto gli adulti, importante è saper usare un linguaggio semplice – ma non banale o sciocco – scevro da ridondanze e paludamenti tesi solo a mostrare se stessi in una luce culturalmente ‘superiore’). Dovetti comunque aspettare il ’78, quando un’incisione della strepitosa Mina (che non si crea certo formalismi mentali), diede una visibilità al brano ancora ritenuto ‘difficile’. Nello stesso periodo, la televisione mandò in onda quel mio caparbio vaticinio musicalfumettistico – trattante ante litteram il tema dell’ecologia, del rifiuto della droga e di tutte le sopraffazioni – in nove puntate su Raidue, cosicché anche la mia versione della canzone, poté vedere la luce. E non finisce qui. 

Radiocorriere TV n° 36 16/09/02