Folle nebbia

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Stordito, come in trance, in quella notte del ’67 le emozioni furono impagabili

Scesi dall’altro lato, che la nebbia nella mia testa non si era ancora del tutto diradata. Mariano mi strinse la mano, la mia ragazza mi abbracciò. Anche Ravera (l’organizzatore di allora) lo fece, esprimendomi convenevoli. Il volto del patron – contagiato dal clima – mi parve come un dipinto di Rembrandt “Bravissimo…stà canzone è straordinaria, vedrai che botto…” disse. Fuori, nemmeno il freddo servì a risvegliarmi. Facemmo un cenno di saluto a Tenco che, seguito a qualche passo da Vivarelli (un regista), si stava rimboccando nel suo cappotto scuro, con la faccia di uno appena risvegliato da un trance. Avemmo in cambio una risposta altrettanto vaga. “C’è aria di tristezza…” ammiccò Michi Del Prete riferendosi all’esclusione di Luigi dalla finale. Dal ristorante La Maona chiamai Adriano, “Allora? Che ne dici?…Ho avuto un pò di paura nella seconda parte, sembravo ciucciato dalle streghe.” Ma no ohè…E’ andata benissimo. Qui tutti hanno fatto il tifo per te. Pensa che quando Rosita ti ha visto sullo schermo, ha cominciato a dire “tio Backy, tio Backy…” e a mandarti bacetti”. Cercai di caricare quella felicità, dicendomi che era bello essere rimasto nel Clan e che se fossi andato via, non avrei mai potuto vivere quel momento irripetibile di calore e di amicizia…. Telefonai ai miei, tutti ancora svegli a festeggiare con i vicini di pianerottolo: lo Zini, la GiglioliBruna…tutti per le scale. Il tono apprensivo di mia madre che mi chiedeva come mi sentissi, quello di mio padre che mal celava l’orgoglio…Fuori, il buio regalava mistero, dentro ebbi solo la percezione di quel momento vincente, del quale tutti sembravano essersi accorti. Seguì una notte d’amore e di follie…Si di follie

Tratto da: C’era una volta il Clan, della trilogia Memorie di un Juke box

RadiocorriereTV