Crisi del disco

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Dopo la “parentesi Bindi” ecco la seconda di otto puntate di riflessioni

Prima delle tre puntate dedicate ad Umberto Bindi avevo introdotto un tema a me caro: la crisi del disco. Ormai in Italia il mercato discografico non abbraccia cero i gusti dell’utente a 360° (se si tolgono le trovabili vecchie raccolte e le compilation proponenti sempre le stesse canzoni dei ‘vecchi’ artisti). Sempre per divertirmi, ho elaborato alcune riflessioni, arrivando alla conclusione che – alla base di questa crisi – ci sono alcuni comportamenti innaturali, tenuti soprattutto dalla discografia e dai media. Ho suddiviso il ‘mercato’ in tre aree: I°Area: Cantanti, autori e operatori, che hanno una concezione elitaria della professione: sostenuti da uno schieramento politico individuato e da personaggi mediatici infarciti della stessa concezione manieristica (senza voler mettere in discussione le capacità degli artisti trattati), riconoscibili per gli atteggiamenti da ‘unti del Signore’, o “con la puzza sotto il naso”, amano differenziarsi dalla popolaresca seconda e terza area (salvo accettare proprio quel pubblico ‘bue’ a cui indirizzare i loro prodotti). II° Area: Cantanti e autori non schierati politicamente, ma ben protetti dal potere che se ne serve come veri e propri jolly/giullari. Richiesti dagli sponsor (nelle mani dei quali è caduto l’ambiente dell’arte e dello spettacolo: più audience = più vendite prodotti), i quali hanno contribuito a ingenerare una mentalità distorta, per cui, qualsiasi artista non risponda alle caratteristiche di ‘richiamo’, viene escluso (al di là delle sue capacità). A loro sono destinate le trasmissioni di prima serata. Di loro si occupano le stesse firme ‘prestigiose’ – che trattano la prima area – per recensioni o monografie. Di questa seconda area, fanno parte anche cantanti e autori, non legati a carri di potere: i veri penalizzati. Giudicati ‘fuori mercato’, sono stati emarginati dal giro mediatico. Di loro si occupano trasmissioni di rincalzo in fasce mattutine o pomeridiane, che non determinano alcun riscontro apprezzabile nelle vendite. Solo il personale senso di dignità evita che precipitino nella terza area. III° Area: Artisti che ‘han ballato una sola estate’, i quali – scaricati dalla iper produzione discografica – si svendono a produttori senza scrupoli, che li tengono in vita con realizzazioni discografiche ‘caserecce’ e trasmissioni sempre più ‘private’, creando il restringimento degli spazi promozionali, quindi, inflazione del mercato. Diventano ‘carne da macello’ per impresari improvvisati, che continuano a sfruttarli in feste di piazza, dove deludono il pubblico (specie per la scarsità del repertorio), contribuendo a creare un sempre più generalizzato disinteresse. 

RadiocorriereTV n° 19 14/05/02