Contro l’oblio

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Che fare quando non riesci a dare quello che puoi per colpa di lobby e poteri?

Ho tentato – la volta scorsa – di far comprendere il valore della “vis polemica”, quando questa è finalizzata al raggiungimento di uno scopo d’utilità generale, e avevo preso spunto dalla provocazione – messa in atto qualche anno fa – quando ho posato nudo davanti al Colosseo. Rispondo quindi al perché di quel gesto, con una domanda: “Che fare quando senti di poter ancora dare molto e non riuscire a farlo perché lobby e potere non ti introducono nella loro sfera d’interessi negandoti le occasioni, e relegandoti a vivere un ruolo vissuto 30/40 anni prima?” E’ per provocazione – quindi – che un giorno ho posato nudo di fronte al Colosseo, elevato a simbolo (Ave Caesar morituri te salutant ecc. ecc.). Lo feci scientemente per far parlare di me, visto che i soli argomenti artistici – per alcuni – non servono più. Mi vestii solo di una metafora: la chitarra, che significava le canzoni, dalle quali dipende la mia vita e con le quali ancora oggi, mi sento di poter combattere in qualsiasi arena, contro chiunque, perché l’arte – per me – non è solo prodotto da veicolare nei sogni dei ragazzi, attraverso volti più o meno carini, o artisti cosiddetti impegnati (come se gli altri non ne mettessero altrettanto, di impegno). Essa (l’arte) è soprattutto talento, creatività e fantasia e – come tale – non deve (dovrebbe) essere soggetta a età o casta. Si, la mia fu vera denuncia polemica, perché lo scandalo, la vergogna, non fu il mio nudo, ma il sistema che costringe un artista a ricorrere a padrini o a gesti clamorosi, per ottenere visibilità, oppure vivere ai margini, o – in molti casi – ad abbandonare, visto che lo si lascia inaridire nell’oblio di un sottobosco, per puri calcoli, interessi personali o di sponsor politici. Il gesto è serviti (soprattutto a me, se mai ne avessi ancora avuto bisogno), gli ipocriti e i falsi moralisti che ci sono nell’ambiente, i quali hanno finto di scandalizzarsi, fermandosi – in superficie – a guardare il nudo (senza affrontare il problema di fondo). Persone capaci di assolvere o condannare, dall’alto del loro falso perbenismo, che però non si scandalizzano per i vari calendari con i nudi artistici delle varie stelline di turno – valutati miliardi – o per le centinaia di riviste porno vendute nelle edicole ( e non finisce qui…). 

RadiocorriereTV  n° 30  25/7/00