di Don Backy
Terzo e conclusivo appuntamento con la querelle musicale e politica
Riassumo e chiudo il botta e risposta avuto con un regista, sui favoritismi che una certa parte politica può far ottenere ai suoi schierati: non si dovrebbe dare del conservatore a un cantautore giudicando dall’età anagrafica, semmai per i concetti che esprime. Il nostro è un mestiere per il quale non occorre solo la resistenza fisica, ma anche quella intellettuale. Occorre la Fantasia (che non ha ne barriere ne età) e quella certo non mi difetta. Questo è uno dei pochi mestieri che non si fa per scelta, ma per spinta interiore, e le frustrazioni arrivano proprio quando individui superficiali come il nostro regista, lo relegano ad un commercio che – pur essendo un aspetto primario – è comunque secondo, nell’intimo di un vero artista. Ammesse quindi le mie frustrazioni artistiche, esse non sono motivate dall’essere uno sterile e nostalgico conservatore del tempo che fu, visto che non ho avuto paura a sperimentare in un ambiente dove per lo più, corre solo il vuoto delle ugole, tutto ciò che è stato sperimentale, dal cinema, al teatro musicale, ai libri, ai fumetti, alla pittura, né dalla incapacità di saper esprimere me stesso – in questo tempo – attraverso le mie opere, bensì dalla impossibilità di poterlo fare rivolgendomi – attraverso i media – al pubblico, in modo che fosse questi a giudicare e scegliere e non qualche eminenza grigia che decide i meriti o i demeriti validi per ottenere – o no – le concessioni a partecipare. Caro regista: sono più di dieci anni che manco da una trasmissione tv di prima serata e trenta precisi quest’anno, che non partecipo al Sanremo Festival. Almeno per quindici volte, in questi trenta anni, ho inviato una mia canzone per l’ammissione. Bene (anzi male), mi resta molto difficile pensare che non sia mai riuscito (ascoltando poi ciò che è passato), a scrivere un brano che fosse migliore di uno di quelli ammessi. Sognando (1972) – per esempio – (inciso in seguito anche dalla grande Mina), era uno di questi, per il quale Mogol spese parole come: “Questo disco meriterebbe la copertina d’oro”. Guarda caso , in molte giurie giudicanti c’eri anche tu, che ascolti solo certi artisti tenendo la loro carta d’identità in mano. Sappi però, che non mi sento inferiore a nessuno ed è per questo che mi piacerebbe riuscire a confrontare le mie creazioni con le loro. A proposito della qualifica di conservatore, vorrei chiudere con un concetto di Gianfranco Miglio, letto su Il giornale. Esso rispecchia esattamente il mio modo di vedere oggi. “….Ma essere conservatori non significa difendere ottusamente il passato. I conservatori più intelligenti sono coloro che – per tutelare i valori essenziali – sono pronti a cambiare tutto il resto. Sono i veri riformatori.” Appunto!
RadiocorriereTV n° 24 12/6/01