Conclusione

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Epilogo delle riflessioni su quella canzone “nel cassetto” per Mina

Per non perdere l’occasione di fornire a Mina un mio brano – che lei in una ‘visione’ era certa di aver ‘visto’ in un mio cassetto – avevo velocemente inventato una canzone intitolata Nuda, ed ero salito a Milano per fargliene un provino. Realizzato il quale mi accingevo – riposta la chitarra – a tornarmene a Roma. Fu proprio sulla porta della sala di registrazione che mi tornò in mente Sognando fumo. Tornai indietro e chiesi al fonico di raccogliere anche quella registrazione, quindi salutai. Un paio di giorni dopo, nuova telefonata di Mina: Ero sicura di aver visto giusto.Te Io dicevo che avevi una canzone per me. È bellissima. Convinto che si riferisse a Nuda, cercai di assecondare la sua premonizione: “Guarda che combinazione… Sembra quasi che l’abbia scritta apposta per te… pare proprio la tua fotografia…”. Lei sorvolò sulle mie affermazioni, annuendo: “Sì, sì, Nuda è molto carina e la inciderò, ma io sto parlando dell’altra.., è favolosa. A proposito, ma perché l’hai intitolata Sognando fumo? Perché non togli quel fumo? È molto più bella SognandoSognando e basta . Ne convenni. Dieci giorni dopo, mi recai a Milano per impegni miei e una sera in compagnia del mio produttore di allora, Elio Borroni, mentre si cenava da “Arlati” – il rinomato ristorante sui navigli, di Mario Arlati, a un certo punto arrivò Mario e mi disse che mi volevano al telefono. Era ancora Mina. Mi aveva cercato a Roma e le era stato detto che mi trovavo lì: “Senti, sono nei guai con la tua canzone Nuda, perché il mio arrangiatore ha fatto un arrangiamento con cambi di tonalità ogni due strofe, ma si è sbagliato e invece di chiudere la base alla quinta e ultima strofa, ha allungato di altri due cambi e quindi adesso mi mancano due strofe. Non si possono fare tagli perché si sentirebbero troppo i salti di tonalità con la parte finale. Io sono qui in sala che sto iniziando. Se vuoi che la incida, devi scrivermi altre due strofe da inserire nel contesto e portarmele subito, altrimenti… . Rimasi basito.Tornato al tavolo raccontai la cosa. Non c’era tempo da perdere. Elio mi tagliava la bistecca e letteralmente mi imboccava, mentre io procedevo a scrivere le due strofe su tovagliolini di carta. Fu una lotta contro il tempo.Alla fine, corremmo in auto. Innestai le nuove strofe subito dopo la terza e lasciai concludere le canoniche esistenti. Lei fu formidabile. Circondata da amici che la coccolavano, entrò in sala e, creata l’atmosfera con un sapiente gioco di luci, iniziò la sovrapposizione della voce. Nuda scorse leggera e allegra come acqua fresca dl sorgente, confermando la bontà della ‘foto’ che le avevo scattato. Non ero certamente nuovo ne alle sale di registrazione, ne a sentir cantare grandi artisti, ma – quella volta – una forte emozione mi colse. Quando diede piglio alla esecuzione di Sognando, capii che non mi ero sbagliato io. La canzone si confermava bellissima, piena di pathos e mistero, lei era entrata nel labirinto mentale che avevo immaginato e lo ispezionava con la sua voce magica. Alla fine la festeggiammo stappando una bottiglia di champagne. Che dire di più?

RadiocorriereTV n° 14 08/04/03