Che reality!

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Seconda puntata di riflessioni sulla “mia” Talpa tutta particolare

Dalla scorsa puntata, sto raccontando della mia personale esperienza, avuta partecipando al nuovo reality game’ di Raidue La Talpa. Dicevo di come mi sia comunque servita per il fine primario che mi aveva indotto ad accettare di far parte della spedizione nello Yucatan e cioè, quello di ripropormi all’attenzione di un pubblico più vasto di quello che mi segue e mi conosce recentemente, sì da poter mettere al giudizio della ritrovata – più larga – attenzione, quelli che sono i miei prodotti artistici. Non mi sembra un intento truffaldino, tanto meno squalificante, ciononostante, le solite ‘anime belle’ hanno trovato da ridire e criticare anche su questa mossa: “Ma come, Don Backy si va a impelagare in queste trasmissioni squallide.. “, Questa gente che cerca di riciclarsi…. (come fosse un peccato tentare di resistere al luogocomunismo di maniera), oppure: “Da un artista così, non ce lo aspettavamo “e via di questo passo. Denigrato da gente, che fino al giorno prima se n’era bellamente fregata di sapere cosa stessi facendo in quel momento, o da quanto tempo non realizzassi magari un nuovo Cd. Nessuna meraviglia. Sappiamo che in tanti sono sempre pronti a spingere solo coloro che già pedalano in discesa. Purtroppo – e io lo so – si fa prima a distruggere che a costruire, ma per fortuna – forte della fiducia che nutro nelle mie capacità – vado avanti per la mia strada e uso tutti i mezzi leciti per tentare di affermare la mia creatività. Del resto ho avuto modo di fare un’esperienza, che non avrei fatto forse per il resto della mia vita. Basterebbe solo ricordare il lancio col paracadute, per il quale il mio istruttore – Newfy – mi ha complimentato oltre che con un attestato di avvenuto lancio (dato ovviamente a tutti), anche con un ulteriore – esclusivo – certificato, sul quale spicca a sua grafia: “Great jump! Congratulations! (Grande salto, congratulazioni), anche in considerazione che – senza la minima prova – ho affrontato il lancio alla veneranda età di ultra64anne, quindi senza quella necessaria incoscienza, che fa invece parte del bagaglio dei più giovani amici del gruppo. E poi, volete mettere cantare L’immensità a gola spiegata appeso a un paracadute? Un palcoscenico di quella bellezza – e per pubblico gli angeli – quanti altri miei colleghi lo avranno mai? Sì, cari amici, ancora oggi provo brividi. Mi trovavo in quella vastità di cielo a perdita d’occhio e planando verso terra, così – in maniera naturale e spontanea – ho sentito arrivare alle labbra quella mia canzone, quasi che tanti anni prima (1961), io l’avessi scritta per dovermi trovare un giorno in quella situazione e poterla cantare nel palcoscenico più adatto. Niente potrà più somigliare a una emozione del genere. Ma poi, dove lo mettete il gusto dell’avventura? Il viaggio mi ha concesso di visitare posti dove – probabilmente – non sarei mai stato (vedi il mio vagabondare per loYucatan, dopo l’esclusione, in luoghi magici comeYaxacopil, Dzibilchaltùn o Chichén-ltza), in compagnia di un cicerone maya, col quale – ci credereste? – ho finito col parlare anche di Berlusconi e della Fiorentina. Alla prossima per la fine del viaggio.

RadiocorriereTV n° 13 30/03/04