di Don Backy
A quando un premio per artisti che possano dichiararsi veramente liberi ?
Una delle tante e-mail che ricevo, mi ha sollecitato affinché mi facessi invitare al Premio Tenco, ritenendo – lo scrivente – che io abbia i requisiti richiesti per parteciparvi. Ringrazio per il suggerimento, che comunque disattenderò. La lettera – però- mi dà lo spunto per iniziare una articolata disamina, nel territorio della musica leggera. Inizierò raccontandovi quel che mi accadde e quindi si capirà anche il perché del mio cortese rifiuto di riprovarci. Diversi anni fa (una decina?), sollecitato in vario modo da amici e produttore, finii con il lasciarmi convincere e presentai la mia domanda, corredata da quelle che ritenevo fossero le mie medaglie: Una buona produzione musicale, con canzoni dal linguaggio forse semplice, ma mai banale e dai concetti – spesso e volentieri – orientati al sociale (anche se visto con un’ottica più anarcoide: Viaggio, Il pianeta del sole, ali, Fantasia, ecc.). Inoltre alcuni discreti film, due commedie musicali/rock in teatro – Teomedio e Marco Polo – da protagonista e autore delle canzoni, diversi libri e un paio di fumetti pubblicati ( uno dei quali – Sognando – anche filmato e passato a puntate su Raidue), oltre a varie altre sciocchezzuole, che – comunque – non sono in molti – nel mio ambiente – a poter vantare d’aver fatto. Mi aspettavo un riscontro formale, però – devo confessarlo – ero certo della loro assoluta disponibilità a propormi l’invito. Ahimè, non fui accreditato nemmeno della meritoria cortesia di una risposta. Qualcuno mi disse allora che il Premio Tenco era destinato comunque a personaggi gravitanti in una certa orbita politica o ai cantautori impegnati di un certo tipo (?). Che meraviglia. Ancora oggi io non sono riuscito a capire a cosa si riferisca questa definizione: Cantautori impegnati. Impegnati a far che? A scrivere canzoni contenenti verità rivelate e panacee per tutti i mali? Politicamente? Nel sociale? Cosa fanno, vanno a scavare il fango dopo le alluvioni? (Si vede che gli altri – invece – vivono fluttuando sulla bambagia e le canzoni “inutili” gliele ficca qualcuno sotto la porta, così non devono impegnarsi neanche per scriverle). Mi domando: a quando un premio (magari dedicato a Modugno), che sia solo meritorio per artisti che esprimano una creatività affrancata da qualsiasi colore?). E’ questo il motivo per cui – scusate- non ci proverò mai più. Seguiterò la mia dissertazione sul Cantautore – cercando di rispondere a queste domande – nel prossimo numero.
RadiocorriereTV n° 49 5/12/00