di Don Backy
Vi spiego il mio graduale allontanamento dalle trasmissioni televisive
Sono ancora io e non vi scrivo dall’oltretomba, lo giuro. voglio continuare a raccontarvi i perché del mio volontario allontanamento dalle trasmissioni tivvù di un certo tipo, prendendo spunto dalle domande incuriosite che mi rivolgono durante i miei concerti, e anche per tranquillizzare quelli del fanclub di celentano, che la mia dipartita è ancora di là da venire. Li ho sentiti preoccupati in specie per il fatto che la Rai non si fosse ricordata di un personaggio come me, in quella triste occasione. certo – avranno pensato – se fosse capitata al nostro beneamato, hai voglia a panegirici sulle sue virtù. Avrebbero potuto parlare per mesi, di quanto fosse bravo, onesto, marito fedele, padre affettuoso e via ricucendo abiti su misura con la stoffa dei riconoscimenti dovuti a un vero ‘personaggio’. Ma vedete, cari fans del Celebre (la maiuscola è d’obbligo) andare in tivvù – anche per eventi meno tristi di questo – non è poi così difficile, basta guardare chi la frequenta e quindi – tutto sommato – credo che per essere notati, convenga quasi di più non ndarci che fare la fila per ottenere un’inquadratura. Se poi si tiene conto che ad alcuni personaggi, viene concesso quasi esclusivamente una stantia ripetizione di se stesso, ‘obbligandolo’ ( è il target, bellezza) a a cantare sempre le stesse canzoni di quaranta anni fa, mentre la mia (sottolineo mia) materia grigia ha continuato a produrre canzoni ( la cui misconoscenza non è indice di cattiva qualità9 e continua a produrne per la gioia di chi – casualmente – vi si imbatte, ecco che rinuncio più che volentieri a fare il carosello della mia faccia, con l’unico – e un pò squallido scopo – di ottenere qualche serata in più ad un cachet più alto (della serie ‘tengo famiglia’). Rispetto coloro che seguono una conduzione del genere per la gestione della loro ‘azienda’, ma – fortunatamente – ognuno è libero di pensarla come crede meglio. Or dunque, gentili cavalieri del nulla, assortito in una serie dolciumerie stantie come l’idolo che se ne ammanta (in genere intendo), non arrivate a pensare che c’è anche chi riesce a dire NO e non solo in una canzonetta? Ecco, lo avete trovato, vivo e vegeto (vivaddio). Tranquilli, che se per caso sarò invitato a mostrare le mie capacità attuali, statene certi che un piccolo spazio riuscirò a trovarlo anche io e allora mi rivedrete (è una minaccia). Certo, non pretendo uno show pluripuntate (come farebbero i miei gatti per così tanto tempo senza di me?) e del resto, la mia natura – più tendente alla discrezionalità – mi ha sempre tenuto lontano dai troppi riflettori. Trovo la mia realizzazione da artsta durante i miei concerti e – credetemi – constatare de visu che tanti ‘ragazzi della mia generazione’ (e non solo), accorrono con le loro belle facce commosse e sorridenti, per ascoltare e cantare le mie canzoni, per vibrare ancora attraverso di me, come accadeva nei loro vent’anni. Questa è un’emozione che alcuni cosiddetti ‘grandi’ non riusciranno mai a provare, proprio perché – diventati ‘troppo grandi’ – hanno perso di vista la realtà e il contatto con le persone vere, di carne e ossa. E ce n’ho ancora per una puntata.
Radiocorriere TV n° 39 1/10/02