di Don Backy
Perché un artista valido rimane fuori dal mercato e un altro, invece, no?
Sto – dalla scorsa puntata – facendo una disamina sul mistero che avvolge il curioso accadimento, che vede certi artisti (facevo alcuni nomi ad esempio: Dalla, Paoli, Celentano, Zero, ecc.), risultare ancora ottimi venditori dei loro prodotti musicali, mentre per altri – che arrivano dalla stessa epoca dei suddetti – il ‘mercato’ risulta assolutamente out. Ho provato a chiedermi il perché questo accada da noi, dal momento che diversi artisti ‘emarginati dal mercato’, avrebbero tutte le caratteristiche artistiche necessarie – consolidate da un amore del pubblico assolutamente ancora integro, tanto quanto quello dei succitati – per poter ben figurare. E allora? Cosa c’è di sbagliato in questa selezione innaturale? Chi l’ha promossa e attuata? Non mi si risponda, ‘il pubblico stesso’, perché quest’ultimo – quando ha eletto a suo beniamino un artista, avendo provato e consolidato attraverso le sue canzoni, dei grandi sentimenti – non ha motivo di abbandonarlo al suo destino, smettendo di colpo di considerarlo capace di regalargli ancora emozioni. E poi, perché dovrebbe attuarlo con certuni e con altri no? lo penso sempre che la colpa sia stata di uno scarso interesse (o colpevole volontà) – soprattutto da parte di chi ha gestito la cosa in politica – a fare opera di conservazione del patrimonio culturale-musicale-leggero (chiamiamolo così), attraverso una educazione al corretto approccio verso il prodotto canzoni, da parte del pubblico più giovane. Non è difficile – infatti – assistere sotto i palcoscenici dove si esibiscono cantanti ancora molto amati – magari da un pubblico più datato – scene con protagonisti dei giovincelli (e a volte anche meno ‘elli’), che sbeffeggiano questi artisti, impedendo loro – con schiamazzi e evidente mancanza di rispetto – un corretto svolgimento del loro lavoro. La vogliamo chiamare esuberanza giovanile? O forse è meglio definirla per quel che è e cioè: cattiva educazione al rispetto. Chi doveva pensare a educare questi sprovveduti, che ritengono di essere moderni solo perché magari stravedono – che so – per Vasco Rossi? È evidente che in qualche altra nazione europea, questa operazione all’educazione è stata fatta, proteggendo e difendendo – prima di tutto – i propri creatori di prodotti musicali e forse è per questo, che grandi artisti – di epoche passate – hanno conservato il loro giusto spazio anche presso i giovanissimi. Evidentemente – in quelle nazioni – i giovani, sono stati educati ad avere la libertà democratica di scegliere chi preferire – avendo il ventaglio completo davanti agli occhi – e al rispetto che si deve naturalmente ai professionisti di qualsiasi età. Del resto – da noi in Italia – basta constatare che la maggior parte del mercato nazionale è fatto da dischi con canzoni cantate in inglese, da artisti stranieri. Basta dire che di quella gran parte di giovani acquirenti, almeno l’ottanta per cento non capisce una sola parola di quella lingua. Importante è saltare tutti insieme frastornati da suoni, effetti e luci robotizzanti spacciati per ‘spettacolo’, la maggior parte delle volte, atti solo a nascondere tutta la nudità del re.
RadiocorriereTV n° 1 06/01/04