Conclusioni

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Sugli animali abbandonati. L’impegno individuale, il defilarsi degli “specialisti”

Questa sarà la puntata conclusiva della mia lettera- sfogo, riguardo al problema dei cani abbandonati. A onor del vero, molte delle varie organizzazioni che dicono di occuparsene, alla fine trovano sempre il sistema per defilarsi. Salvo ognuno, parlo per esperienza vissuta a livello personale, avendo seguito le diatribe telefoniche tra mia moglie e gli addetti al problema, residenti nelle varie strutture contattate. Inutile dir loro che avremmo avuto diritto a un’assistenza. Inutile dir loro che – anche se sterilizzati – i cani sarebbero sicuramente morti di fame o in incidenti, rendendo quindi inutile e solo dispendioso anche quell’intervento. Inutile dir loro che – forse – sarebbe stato addirittura meglio ‘regalare’ loro ‘una dolce morte’, evitando ai poveri animali una vita d’inferno. Inutile dir loro che forse il Comune avrebbe potuto annettersi i canili privati – alcuni proprietari dei quali, abbiamo visto su Striscia la notizia, come si comportano nei confronti di quelle povere bestie – (salvando quelli che fanno il loro dovere con onestà) o costruirne altri. Ovviamente questo era un problema che non li riguardava direttamente. Oltretutto, una domanda sorge spontanea (a dirla col poeta…). Si dice che ogni anno d’estate, vengono abbandonati circa 150.000 cani (e si vedono). Ma d’inverno, queste bestiole che .fine fanno? Improvvisamente spariscono? E per quale miracolo o mistero? Concesso che una percentuale muore di fame (allegria signori degli uffici), altri per incidenti (complimenti…), una percentuale diciamo che viene adottata (troppo pochi), il restante dove finisce? Ed ecco allora la mia domanda cruciale: Non è che vengono catturati e venduti alle organizzazioni che si occupano delle lotte tra cani, per fare da “sparring partner” e finire sbranati negli ‘allenamenti’? (evviva…), oppure addirittura ai signori della vivisezione? (felicità…). Non voglio disconoscere le motivazioni addotte dai responsabili delle strutture pubbliche e private, a scusante della loro impossibilità a fare di più, ma – conosciuto il problema – perché queste stesse organizzazioni non lo prendono di petto decisamente, magari chiedendo un confronto con i Comuni competenti, se non addirittura con il ministro della salute o quello dell’ambiente, affinché se ne facciano carico in maniera seria e risolutiva, visto che tende ad aggravarsi sempre più? Possibile che questo problema, che si presenta tutte le estati, non trovi una soluzione politica – anche a livello europeo – essendo certamente più grave dello stabilire la circonferenza dei piselli su cui l’Europa legifera? O vogliamo che la soluzione diventi la stessa di quella adottata in Romania, dove ormai c’è una vera e propria caccia ai cani, che vengono uccisi nelle maniere più atroci? È un vero obbrobrio un simile disinteresse verso un problema così grave, davvero indegno di un Paese che – a chiacchiere – si dice civile.

Ps. I cani sono rimasti a noi, così come il problema. Ma quest’anno leggeremo altri manifesti con tanti bei numeri di pronto intervento animali abbandonati.

RadiocorriereTV n° 6 10/02/04