di Don Backy
Secondo me l’ultimo Festival, in realtà, non è mai iniziato
Il Festival di Sanremo è finito da poco ma forse – almeno dal mio punto di vista – non è nemmeno mai cominciato, se per festival intendiamo qualcosa che ha a che fare esclusivamente con la canzone. In questo caso – appunto – del festival si è chiacchierato solo come ‘logo’, come mezzo per introdurre discorsi e interessi di altro genere. Non so come vadano le vendite, perché non ho seguito l’andamento del post/festival (come non ho seguito il medesimo), se non attraverso i riflessi, che si sono riverberati nelle varie trasmissioni d’approfondimento, e quindi non potrò essere diretto nel dire la mia sull’evento. Voglio però sviluppare una riflessione – che potrà essere condivisa o meno – ma che rispecchia quel mio punto di vista di cui ho accennato all’inizio. Siamo tutti ormai certi che, il Festival della Canzone Italiana, è un titolo poco pertinente, per essere ancora rappresentativo della manifestazione, che – sotto questo appellativo -. vi si svolge. Fior di creativi, potrebbero trovarne un altro più adatto, a partire da quello canonico che sintetizza la Rai: “Festival del di tutto di più” . Non sono il solo che definisce la manifestazione un informe calderone, un contenitore nel quale trova spazi (anche ristretti, ma spazi), ogni forma di specchietto per le allodole (comprese le canzoni), che serva a creare la benedetta (o maledetta) audience (odiens), lo strabenedetto (o stramaledetto) share (scer), dai quali responsi sembra dipendano tutte le trasmissioni. Questa – secondo me – la rovina di tutto. Non so chi ha cominciato, chi è stato il primo ad aver avuto l’idea di inserire in una qualche trasmissione, la figura dello ‘sponsor’, di quella entità, che – a promozione del suo prodotto via tv – è disposto a cacciare denari. Ecco.Tutto è cominciato da lì! Giustamente (dal suo punto di vista) lo sponsor prima timidamente, poi sempre più chiedendo – per convogliare intorno al suo prodotto il consenso più vasto – ha preteso che nelle trasmissioni da lui/loro sponsorizzate, ci fossero nomi sempre più altisonanti e alla moda. Da quel momento, il piccolo sassolino che ha cominciato a rotolare, è diventato una valanga. Ciascuno di loro si è inserito in quella corsa, che funzionava (commercialmente parlando), mostrandosi sensibile a un certo tipo di scelta degli ospiti da invitare, gradendo – al momento della sottoposizione dell’offerta di partecipazione – quelli con le caratteristiche più congeniali ad essere attraenti. Specie per un certo tipo di pubblico (clienti di domani), in modo da convogliare l’attenzione della maggior parte di audience, sul proprio prodotto. Intendiamoci subito. Non sono qui a scagliarmi contro il festival, magari per non esserci potuto arrivare ancora una volta, dopo 31 anni di assenza (e questa sarebbe comunque una buona ragione, anche perché non posso credere di non essere mai riuscito a presentare un brano valido, tra tutti quelli che ho provato a far ammettere).Tra l’altro – quest’anno – non ho presentato nulla, confidando nell’uscita – in aprile – del mio Cd Signori si nasce e io Io nacqui. Dopo questa premessa, completerò il mio punto di vista, alla prossima puntata.
RadiocorriereTV n° 15 15/04/03