di Don Backy
Ecco come nacque una delle mie canzoni scritte per Mina
La settimana scorsa, ho interrotto il mio racconto sulla porta della sala di registrazione di Mina – a Milano – dove avevo appena terminato di registrarle il provino di Nuda, una canzone scritta apposta per lei. Mentre mi accingevo ad andarmene, un’idea mi aveva folgorato proprio sulla porta, come detto. A questo punto – però – voglio raccontarvi prima la genesi di Sognando, dopodiché seguiterò a narrarvi come fu che Mina ne entrò in possesso. Proprio in quel periodo (1978),avevo terminato di filmare per la televisione, la mia commedia musicale a fumetti intitolata Be’, qualche volta faccio a meno dei miracoli, inserendo in essa, una mia canzone deI 1971, che pareva dovesse rimanere per sempre in un cassetto. È talmente inusuale infatti il tema trattato in essa, che non ha avuto vita facile per vedere la luce discograficamente. Adesso – nel 78 – la incidevo per la mia etichetta, avendo potuto crearle un’apposita collocazione all’interno di quella commedia, senza correre troppi rischi, dal momento che essa fosse recepita e digerita ‘naturalmente’. Questa mia canzone, sono ormai trenta anni che viene scoperta e da un pubblico sempre più giovane il quale la ‘avverte’ vicina alle problematiche, che sembrano attanagliare gran parte dei ragazzi, in principal luogo, la solitudine. Sognando è nata per caso. Ho accennato a questa canzone, portandola ad esempio – qualche articolo.fa – del mio convincimento, che alcune cose che ho fatto e ‘inventato’, hanno probabilmente precorso i tempi, non riuscendo per questo motivo – come accade spesso per le novità a convincere al primo ascolto. Come dicevo quindi, si tratta di un brano nato nel 1971,anche questo su un mezzo di locomozione. Il treno. Quello che mi portava a Roma, da Forte dei Marmi, dove – in una struttura che oggi si direbbe casa di cura – avrei dovuto tenere un concerto. Questa storia ha magicamente dell’incredibile, infatti: immaginando – con la consueta logica delle barzellette – che il luogo del mio concerto fosse popolato da simpatici ‘pazzerelloni’, aveva cominciato a frullarmi per la testa, un’idea per scrivere una canzone divertente. Già vedevo un protagonista che si vantava con gli amici di poter battere Cassius Clay in un incontro di boxe, o di poter conquistare Brigitte Bardot con una semplice occhiata assassina. I suoi interlocutori lo stavano a sentire piuttosto divertiti, fino a quando due infermieri gli si avvicinavano e se lo portavano via tra le risate degli astanti. Questo era il tema che avevo in testa, ma – per quanti sforzi facessi – nessuna melodia allegra sembrava adattarvisi. C’è ancora qualcosa da dire prima di arrivare all’epilogo.
RadiocorriereTV n° 11 18/03/03