di Don Backy
Dovremmo dire ‘carissimo Pinocchio’…. ma non è così: vediamo perché
Caro Benignaccio – uccisore di Pinocchio e della mia infanzia – accidenti a te. Non sono solito spedire direttamente lettere a qualche destinatario che mi abbia sollecitato una riflessione su un tema, ma stavolta voglio farlo perché è qualcosa che mi preme dirti a proposito dell’osannato – e probabilmente a ragione (premetto: non l’ho visto) – tuo film. Ho letto qua e là di incassi favolosi, di cinema strapieni di adulti che accompagnavano i bambini e di bambini che trascinavano gli adulti e devo confessarti, la cosa – mentre può farmi piacere per te che credo lo abbia anche prodotto – mi ha reso un pò triste, pensando al guasto che il tuo film – segnatamente al personaggio del burattino – avrà creato (almeno in me e in quelli con la mia stessa sensibilità). Ripeto, io il film non l’ho visto e non andrò nemmeno a vederlo al cinema (e non so se lo vedrò quando lo daranno in tv, quindi la mia non è una critica al tuo lavoro). Purtroppo però, ogni tanto mi è capitato di imbattermi in uno spot pubblicitario e ti ho visto in quelle vesti. Una vera, grande delusione. Possibile – mi sono chiesto – che questo sia il Pinocchio che ha affascinato, fatto sognare, condizionato, miliardi di bambini nel mondo che un giorno si sono addormentati ascoltando il papà o la mamma che gli raccontavano la magica storia del ciocco di legno diventato bambino? Possibile che quei bambini (io tra loro), immaginassero un tipo come te, con il volto – per quanto simpatico – ma ormai appesantito dagli anni, i radi capelli, una ‘chierica’ sul retro, un velo di barba a ombreggiare il viso nonostante il cerone e – tutto sommato – in un non felicissimo assieme, contrario a quello che ciascun bimbo idealizza sempre nel volto del suo eroe – fosse anche un burattino di legno – la cui iconografia è stata comunque standardizzata e accettata – dal film a cartoni animati della Disney (fasulla quanto si vuole, ma rispondente alle aspettative dell’infanzia), o anche di quel bimbo pisano – Andrea Balestri – insuperabile (se proprio si vuol dare al burattino un volto di bimbo), nell’impareggiabile film/tv di Comencini, dalle cui sembianze ormai è impossibile staccarsi? Mi si potrà dire che gli anni passano e il volto del piccolo Andrea è ormai lontano nella memoria del tempo, così come quello (troppo edulcorato per bambini di oggi abituati – purtroppo – ai cartoni giapponesi, ma tant’è…) del film di Disney e quindi misconosciuto dalla maggior parte dei fanciulli del nuovo millennio. Peggio che andar di notte, perché da questo momento – se così fosse – per loro, Pinocchio avrà la tua figura da adulto. Ma forse l’attuale è stata proprio un’operazione rivolta a ottenere questo risultato, pensando: ” Da oggi in poi, sarò entrato così positivamente nella loro testa, che rapporteranno ogni cosa che farò a questa immagine, decretandomi il loro consenso, in maniera inconscia”. Se così fosse, ricorda che c’è sempre il rovescio della medaglia. Infatti, niente potrà impedire loro di ritenerti un adulto semi deficiente, il quale crede ancora che seminando dei soldi, possa nascerci sopra un albero che li crea a josa. Chiudo alla prossima
RadiocorriereTV n°7 18/02/03