Quale Guerra?

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Riflessioni successive all’undici settembre e su alcune posizioni “pacifiste”

Continuo – dalla puntata precedente – a esprimere le mie opinioni sulla guerra in Afghanistan e lo faccio in maniera del tutto impropria, tal quale farebbe uno qualsiasi di noi, non dotato di una conoscenza profonda del problema, tanto meno di tutto ciò che questo nasconde (e che l’opinione pubblica mai conoscerà), ciononostante, ha il diritto di dichiararle le sue opinioni – per semplicistiche che siano – così come le sue convinzioni. In effetti la guerra in Afghanistan è una gran brutta cosa – come tutte le guerre, del resto. Ne so qualcosa anch’io che – l’ultima – l’ho attraversata tutta e ne porto ancora i segni sul corpo, sotto forma di ferite di schegge di bomba a mano (che io stesso provvidi a far esplodere, pensando di giocare), quindi ho ancora in mente molte visioni di quel disastro e capisco ciò che significa per la popolazione, la quale – anche se indirettamente – la deve subire. Ma c’è un necessario ma. Dal momento che quell’11 settembre non può passare inosservato, allora : o il Bin Laden o Benladen – o come accidenti si chiama lui – viene fuori e dice: “Per salvare migliaia di vite Afgane innocenti, eccomi qua, processatemi pure pubblicamente e vi dimostrerò che non c’entro”, oppure – purtroppo – questo della guerra è l’unico sistema possibile di difesa da uno scempio così grande come l’abbattimento delle torri gemelle. Per ora – nei dibattiti seguiti in televisione o sulla carta stampata – molte anime belle si sono dichiarate contrarie alla guerra (chissà forse per far colpo sul mammismo d’accatto), suggerendo ‘altri mezzi’ per arrivare a farla pagare a quei cattivoni di talebani. A me – a sentirli – han fatto venire in mente la barzelletta di quello che aveva trovato il sistema per non far cadere gli aerei. Diceva – cioè – di aver inventato un gancio: “… Appena l’aereo comincia a precipitare…” – sosteneva – ” …si afferra il gancio, lo si aggancia, così l’aereo ritorna in quota”. “Bellissima idea…” – rispondeva il suo interlocutore – “…sei un vero genio”. Poi dopo un pò ci ripensava e gli chiedeva: ” Scusa un attimo, ma questo benedetto gancio, dove diavolo si dovrebbe agganciare?”. ” E che ne so…” – rispondeva il genio – “… mica posso inventare tutto io”. Ecco, così mi appaiono tutti quei sapientoni che vorrebbero usare ‘altri sistemi’ per catturare i terroristi (chissà forse usando quel famoso gancio), senza che dalle loro bocche si sia mai concretizzato uno solo di quegli ‘altri sistemi’ da mettere in pratica al posto della guerra. E’ per questo che – anche per noi – l’unico modo di trarci dalle peste nazifasciste (nel ’45), fu quello di far intervenire i soliti americani (ma allora erano gagliardamente gli ‘arrivano i nostri’) Sicuramente – anche in quella occasione – con perdite di vite umane, non solo tra i soldati, ma anche tra i civili. Risultato? Oggi – bene o male – la possiamo raccontare in una democrazia, che – se pur ancora malata – comunque ci consente di esserci. Marce e pacifismi vari? Ecco una nuova dimostrazione della doppia faccia di alcuni di questi corretti e interessati politicanti. Inaffidabili sotto tutti i punti di vista. 

RadiocorriereTV n° 6 12/2/02