di Don Backy
Chi deve scegliere una canzone per un festival? Ultime considerazioni
A questo punto, mi domando – e chiedo a chiunque sia in grado di esercitare un attimo di pensiero logico. Chi deve avere più voce in capitolo nella scelta della canzone da presentare: la commissione giudicante, oppure l’eventuale direttore artistico della casa discografica, in sintonia con l’autore o cantautore del brano e magari insieme al discografico stesso, il quale – dopo aver valutato il parere dei suoi collaboratori (che sono pagati per far questo) e credendo nella bontà dell’artista e quindi della canzone – decide di puntare su quel brano o su quell’artista molte delle sue risorse? penso non dovrebbero esserci dubbi. Si vivificherebbe – in questo modo – un mercato in crisi, appiattito su posizioni falso-giovanilistiche o modaiole di tendenza (che durano lo spazio di un mattino), allargando a un pubblico più vasto, e ancora in grado di rappresentare un potenziale bacino d’utenza (mi dilungherò – in merito a questo tema – con una serie di articoli a seguire). Percorrendo quindi l’ipotesi di essere insindacabili arbitri dei propri investimenti, si toglierebbe a qualsiasi organizzazione, il potere dato dalle telecamere, che contribuisce – favorendo meri interessi di bottega – a creare veri e propri disastri finanziari, oltre che ad impoverire il panorama artistico, perché – a questo punto – finiscono col vincere sempre gli accordi tra i potentati. A totale danno di quelli che – oltre agli investimenti artistici – non possono permettersene altri. E’ per questo che anche il panorama dei cantanti presenti al festival, è appiattito (a parte il settore giovani) in gran parte sempre sugli stessi nomi. Con tutto il rispetto. Mi chiedo ancora: il Festival della Canzone Italiana di Sanremo è – appunto – una kermesse di canzoni di canzoni italiane aperto a tutti, oppure un’arma in mano a chi lo gestisce come ne fosse il proprietario? Continua ad essere – la canzone – la vera protagonista del sullodato festival, oppure ha finito con il diventare un contorno – in sottofondo – di nani e ballerine, che prevaricano il vero scopo della manifestazione per mostrare mercanzie varie? L’industria discografica, non può permettersi di sottostare ad alcun diktat di questo tipo, imposto – oltretutto – da persone o enti, che non investono direttamente denaro e risorse nel prodotto musica, ma che – viceversa – traggono anche da questa, linfa per la propria sopravvivenza. La televisione dovrebbe – ovviamente in maniera equanime – offrire solo un servizio promozionale per l’industria della musica leggera, ricevendone il ritorno in gradimento dagli amanti delle canzoni (sempre che non si pensi, questi non esistano più). Dal momento che come si dice? L’appetito vien mangiando, mi è venuta voglia di elaborare una specie di regolamento attraverso il quale poter attribuire un punteggio/valore alle canzoni in gara, senza più ricorrere alle giurie, che – il più delle volte – sono più virtuali di Casa Bianca scritta da Eligio La Valle. Se mi verrà bene, inizierò a pubblicarlo dalla prossima settimana, altrimenti passerò al ‘mercato in crisi’. Ciao
RadiocorriereTV n° 10 12/03/02