Gioco perverso

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Quali sono le fasce protette in tv? Bando alle chiacchiere e ai falsi moralismi

Chiudevo la seconda puntata, parlandovi del gioco perverso – nel quale ci siamo invischiati – che tende a spingere sempre più avanti il nostro desiderio di novità, anche andando oltre i limiti (salvo poi applaudire le moraleggianti chiacchiere di un qualche conduttore di show televisivi). Anche negli innocui (apparentemente) spot pubblicitari (il veicolo più immediato per arrivare ai bambini) – realizzati senza temere più alcuna censura – si è arrivati a mostrare due omaccioni forzuti, guardarsi languidamente negli occhi, teneramente abbracciati in uno slow, per pubblicizzare una caramella, o amplessi per promozionare un orologio. E’ questo – degli spot – un orario di ‘fascia protetta’? E quale è il messaggio che arriva al ragazzo, al bambino? Come glielo spiegherà il suo papà? E’ un gioco? E come si gioca? e do quel bambino che finge disinteresse e invece vede e si tiene tutto dentro, che pensieri distorti formulerà nella sua testolina? A questo proposito un’altra ‘chicca’ tratta dalla visione di Mai dire Grande Fratello, messo in onda dalla Gialappa’s. Premetto di non aver visto alcuna puntata di questa trasmissione, nè l’edizione passata, ma li mi ero soffermato proprio per ascoltare le pungenti prese in giro del trio sarcastico. Mi sono ritrovato ad osservare scene disgustose. Uno di questi ‘eroi’ – pensando di essere solo nella stanza – si è lasciato andare a rumori scorrili, nonchè – immagino – puzzolenti. Accortosi di avere compagnia (alcune della Suburra mediatica si erano nascoste sotto le coperte), il ‘puzzone’, si è schermito dicendo che pensava d’essere solo. E noi spettatori chi siamo, tuoi parenti? Ma non era ancora finita. Infatti due degli ospiti (un lui e una lei), si impegnavano in effusioni amorose su un lettino. Dopo un pò, non è stato difficile osservare in lui un’erezione – giustificata quanto si vuole – ma schifosa in un contesto come quello di una trasmissione, che – risulta – anche i più piccoli seguono. Non contento, il protagonista dell’infoiamento, passava a vie di fatto con la signorina e – copertisi con un plaid alla bene e meglio – davano il via a un vero saliscendi erotico (a quando il tutto alla luca del sole?). Non parliamo poi dell’intercalare da caserma, che un paio di queste raffinate ‘concorrenti’ usavano per dialogare (esternando le loro voglie o lamentandosi che i loro amplessi durassero solo un minuto e trenta: “Uccelli venite…”. Edificante!). Tanto meno delle parolacce – sempre più volgari e spinte – che in certi show, punteggiano i monologhi di osannati comici, i quali – ormai – pensano di potersi permettere tutto in nome di questa errata interpretazione di libertà democratica, mentre non è altro che incapacità, mancanza di personalità e cattiva educazione (avete mai sentito parolacce da Totò, Peppino, Walter Chiari, per far ridere?). Certo emettere flautolenze, amoreggiare, dire parolacce non è grave come uccidere una persona, ma è comunque il segno di un degrado che ci porterà sempre più giù, se non impareremo ad applicare un’autocensura figlia di un’autostima, che bisognerà cominciare a inculcare nei più giovani.

RadiocorriereTV n° 4 29/01/02