In cerca di valori

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Si conclude la mini-trilogia sui giovani di oggi e di un tempo: con varie sorprese

Abbiamo già detto di quando – con una formula ingiusta – classifichiamo i giovani in una unica, informe torta, e diciamo tout court : i giovani d’oggi sono vuoti di valori, senza ideali, senza orizzonti, pretenziosi, volgari e chi più ne ha più ne metta. Del resto, in quella torta – se la suddividiamo in fette ben distinte – una sarà formata da ragazzi che meritano questa serie di definizioni. Ogni epoca – del resto – li ha avuti. Ma non possiamo fare di tutta l’erba un fascio, anche perché mi domando come dovremmo classificare i ragazzi che l’estate scorsa sono venuti a Tor vergata per il Giubileo. Non sono giovani quelli? E cosa hanno di negativo ragazzi così? Diciamo: i giovani si drogano! E quelli che non lo fanno, che studiano, lavorano, chi sono? Oppure ci basiamo per le nostre considerazioni negative, su quei giovani – un pò scalmanati e magari anche un tantino fuori di testa – che frequentano i concerti di Marilyn Manson o Eminem. E quelli che vanno ai concerti di Morandi o vengono ai miei ( e ce ne sono, ce ne sono), non sono fette definite di ragazzi con gusti e passioni rispettabili? E prendendo in esame le vendite di cantanti tipo Celentano e Mina non troviamo tra i probabili acquirenti anche un certo tipo di giovani, che costituiscono una ennesima fetta di torta? E non è questo il segno che il mercato è potenzialmente aperto a chi – grazie a una promozione mirata e ben fatta, oltre – ovviamente – alla bontà delle canzoni, raggiunge fette di pubblico giovane? Lasciamo quindi loro libero arbitrio sulle scelte, dopo aver correttamente segnalato l’intera offerta a loro disposizione. Mi accorgo però di aver un pò divagato dal tema centrale (non più di tanto), ma questo – lo sapete – è un argomento che mi sta a cuore e non posso fare a meno di sviscerarlo ogni volta che mi si porge l’occasione. Del resto e per fortuna, aggiungo io – non a tutti piacciono gli hambourger e le patatine Mac Donald’s. Libera – questa fetta di giovani – di andarci a proprio piacimento, ma non confondetela genericamente con l’altra che preferisce un sano piatto di spaghettini al pomodoro fresco e basilico, mangiata con calma al tavolo della trattoria o di casa propria. E poi – via – anche i giovani con la faccia feroce, non sono così cattivi come sembra. Claudio Villa diceva: ” Dateme uno de questi capelloni in una stanza io e lui sa soli, je canto Casetta de Trastevere e poi vediamo se nun esce fòri con le lacrime agli occhi”. Questo sta solo a voler significare che i giovani – in gruppo – sono quasi sempre più feroci del singolo, che – alla fine – si rivelerà per quel tenerone che è dentro, a dispetto del suo atteggiamento, che usa forse per difendersi in questa giungla d’asfalto che sono diventate le nostre città. E non certo per colpa loro.

RadiocorriereTV n° 17 24/4/01