di Don Backy
Come cambiano le persone pubbliche quando non appaiono? Meditando….
Questa è la seconda puntata di un racconto, che tende a mostrare – in maniera indiretta – quanto possano essere diverse le persone nella vita privata, da come tendono ad apparire dagli schermi televisivi, o in interviste.Lo faccio attraverso una lettera aperta inviata alla moglie dell’esimio Eligio La Valle, al quale un tribunale ha assegnato la paternità della MIA canzone Casa Bianca. Questo, il seguito delle argomentazioni espresse alla signora La Valle. Come si suol dire, cara signora – giustizia è fatta! E ora – colmi di gioia per la vittoria ottenuta – starete festeggiando. Mi domando però, se la vostra felicità è completa, nel senso che la stiate provando sia materiale che morale. Può darsi lei, perchè – forse – non conosce i fatti veri. Ma il suo esimio consorte? Le voglio porre solo un paio (delle decine) di semplici domande/quesito che potrei porle, le quali – fatte al momento opportuno e nella sede giusta – avrebbero evitato di tenere impegnato un Tribunale per 30 (trenta!) anni, costando a me (e ai contribuenti), spese enormi e non dovute, in una causa che si sarebbe potuta risolvere in 5 minuti e in maniera certamente giusta. Lo sa lei – per esempio – che alcuni signori del clan, prima di interpellare il suo esimio consorte affinchè accettasse di firmare il documento di presentazione di quella MIA canzone al festival di Sanremo, la stessa proposta la fecero a Gino Santercole (è ancora vivo e vegeto), il quale – essendomi amico – si rifiutò di avvallare quell’ingrippo? Ma lo sa lei che su quello stesso documento – laddove dovrebbero esserci le firme degli autori – quella di mia competenza non è mia, ma è stata falsificata da altri? No, sono certo che queste cose non le sa, altrimenti come potrebbe gioire di questa ‘vittoria’ ? Oltretutto – il di lei esimio consorte – non mostra nemmeno un pò di saggio defilarsi, quando accetta di andare in televisione da Paolo Limiti (il quale – su mia richiesta – si è rifiutato di darmi il diritto di replica). Però, in questo tempo in cui i valori sembrano non avere più alcun valore, dove in nome del dio denaro si calpesta anche la propria dignità – ecco – in questo tempo, a me – che ho perso – rimane ancora una certezza. Quella che confida nella Giustizia Divina. Quella materiale, mi è stata negata da una sentenza, ma soprattutto dall’aridità d’animo che alberga oggi in certi individui senza alcun rispetto nemmeno per se stessi, i quali non riflettono mentre compiono i loro gesti sullo sconvolgimento, che – con le loro azioni – possono portare nella vita di altri.
RadiocorriereTV n° 51 18/12/01