di Don Backy
Ecco perché sono uno dei tre padri fondatori. E di quella volta che Mogol..
Sollecitato da una e-mail giuntami qualche giorno fa, nella quale un signore mi chiedeva come mai – nonostante la mia grande passione per il calcio – io non facessi parte della famosa Nazionale Cantante, ho iniziato a raccontare da quale embrione scoccò la scintilla che diede vita alla benemerita iniziativa, della quale mi sento uno dei tre padri fondatori. Essa prese le mosse da una sera di tanti anni fa(’73/’74). Ricevetti – in quella occasione – una telefonata dalla mia amica Milena Cantù, la quale mi invitava a partecipare a un incontro di calcio all’Arena di Milano – contro una selezione di attori – avente lo scopo (con l’incasso), di acquistare un’ambulanza per la Croce Verde. Mi chiese – avendone l’occasione – di portare qualche collega con la stessa passione per il calcio, onde farlo partecipare. In quel periodo, ero solito giocare tutti i sabato, sul campetto privato di Gianni Morandi. Conoscendo quindi la sua passione e la sua validità quale mediano di spinta (alla Benetti), gli proposi la cosa che lui – in verità – accettò di buon grado. Partimmo il giorno stabilito in auto e a Bologna ci fermammo per imbarcare Paolo Mengoli, validissimo nel ruolo di portiere. Praticamente con noi, arrivava l’intera dorsale della squadra. L’incontro avvenne ( finì 1-1, riuscendo – con un mio gol di testa (proprio su cross di Morandi…), benché francobollato da quel marcantonio di Fabio Testi, che mi sovrastava di almeno 10 centimetri, a pareggiare il loro gol iniziale), e lo scopo di Milena, fu raggiunto. Il giorno seguente – insieme a Gianni – raggiungemmo Mogol, che ci aveva invitati per una sgambata sul campetto di calcio di un paesino della Brianza. Lì, tra un palleggio e un tiro in porta, scoccò la scintilla. Pensammo cioè di far nascere quella che oggi va giustamente orgogliosa di essere la Nazionale Cantanti. Una vera e organizzata squadra di soli cantanti, che si proponesse incontri di calcio a scopo benefico. L’idea – al momento – ci entusiasmò. Poi – per un periodo di tempo – non ne seppi più nulla, nemmeno nella occasione in cui – incidendo io in quel periodo per la Rca, il direttore di questa – Ennio Melis – un giorno mi spedì proprio dal buon Rapetti Giulio (in arte Mogol), affinché desse un’occhiata (non ricordo a quale scopo preciso, forse per stimolare una collaborazione creativa tra noi) , a un brano che avevo scritto ormai da un paio di anni (Sognando), ma che non riuscivo a convincere nessuno a farmelo incidere. In una piccola trattoria – dove ci eravamo recati per uno spuntino – sbocconcellando da un paio di piatti di formaggi e salumi vari, feci sentire la canzone a Giulio. Il suo commento finale, lo porto ancora oggi nel cuore come il più bello riferito a una mia canzone: “Questa canzone dovrebbe avere la copertina d’oro. E’ perfetta “. Così parlò Mogol. Solo pochi cenni furono riservati all’idea della Nazionale Cantanti, ma – l’impressione che ebbi nell’occasione – fu quella di un raffreddamento del progetto. Ovviamente non finisce qui.
RadiocorriereTV n° 39 25/9/01