Battibecchi

A cura di Renata Mallia

di Don Backy

Finisco di rispondere ad un lettore, che ormai conoscerete bene anche voi….

Terza e ultima puntata del ‘battibecco’ tra me e un lettore, il quale contestava certe mie affermazioni:

7) Non crucciarti troppo della tua assenza sul piccolo schermo: la tv è diventata ormai inguardabile ( compreso quel noiosissimo e pretenzioso programma… come si chiamava? 125 milioni di… non ricordo bene) ed è quasi meglio starne fuori che dentro. Per una questione di credibilità, se non altro. Con immutata stima.

7) Purtroppo devo crucciarmi. Non ho – come molti cantautori schierati (i soliti) – una casa discografica alle spalle ed un potere politico che mi fa ottenere le ‘concessioni’. Ho una piccola etichetta con la quale produco i miei lavori (investendo quindi soldi miei) e che mi serve per mantenermi vivo e non disperdere un patrimonio di creatività, che – la si pensi come si vuole – ritengo all’altezza di quanto di migliore ci sia in circolazione al momento. Negli ultimi 15 anni ho prodotto ben 7 Cd e un’altro è in uscita in autunno inverno. Non sono stato capace di avere un solo passaggio tv per promuovere le ultime canzoni (splendide del resto) e – di conseguenza – avere una distribuzione. Il mio negozio l’ho aperto in Internet http://www.donbacky.it  e mi  faccio da solo i pacchettini con i dischi e i libri che mi ordinano, con pazienza e passione – da buon artigiano dilettante, quale sono orgoglioso di essere – (Leo Ferrè docet). Pur di non mollare e dare sfogo alla passione di tutta la vita. Scrivere e cantare le mie canzoni. No, laddove resto di stucco è quando mi si dà del ‘reazionario furbo’, conservatore e magari capitalista. E quale sarebbe la mia furbizia? Quella di proteggere una situazione che mi vede andare ancora a fare concerti nelle piazze, vendere i miei dischi brevi manu e lottare per affermare il mio lavoro contro ogni tipo di demagogia, mentre quei ‘poveracci’ dei miei colleghi progressisti dal momento che incassano miliardi dai diritti d’autore Siae, stanno col sedere al calduccio dei loro pingui conti correnti e tutto ciò che devono dichiarare di essere – per avere rispetto e prebende – è quello di ‘essere di sinistra’ ? Bè, per uno come me, sarebbe una vita troppo comoda. Da buon capitalista che lavora per raggiungere i suoi sogni, mi piace di più strappare i risultati con i denti e se domani, dovessi anch’io arrivare ad avere grossi conti correnti, non me ne vergognerei, anzi sarei orgoglioso di esserci riuscito grazie a un sistema che offre a tutti questa opportunità, senza l’aiuto peloso di un falso progressismo, teso a favorire solo pesci che sanno nuotare in quelle acque, i quali dall’alto dei loro privilegi, si battono per i diseredati, guardandosi bene però dal provare a vivere con e come uno di loro ( uno per tutti: Manu Chao, miliardario, progressista no-global e sotto contratto multinazionale. E ti credo che Glie gusta si!). Questi sono i miei fatti, un pò arruffati, ma veri. Il resto sono chiacchiere che lascio a chi ci crede. Ora vado a Cassano Jonio a finire di provinare il Cd ( studio piccolo e poco caro. Chissà invece dove incidono i progressisti, De Gregori, Venditti, Vecchioni, Dalla, e Co, i loro e- soprattutto – quanto gli costano a chi paga). Cordialmente comunque.
<>Don Backy

RadiocorriereTV   n° 44  30/10/01