di Don Backy
Vivere con animo fanciullo significa, talvolta, riandare a ricordi personali. Come quando, tra il 1955 e il 1969
Prima di redarre questo pezzo, è necessario partire da una riflessione di Ennio Flaiano: “La serietà è apprezzabile soltanto nei fanciulli .Negli uomini saggi, è il riflesso di una rinuncia”. Ora procediamo: L’accoglienza ai miei libri – Rock and roll, Storie di strada Beat, C’era una volta il Clan – considerando che ne sono anche l’editore, è stata lusinghiera, sia da parte di recensori e critici che da quella dell’impatto e presa sul pubblico. Le domande più ricorrenti che mi sono state rivolte in quanto alle motivazioni che hanno stimolato in me la voglia di raccontare quel periodo (1955/1969), hanno avuto una convergenza che ha investito, per lo più, la sfera dei ricordi personali. Ho constatato allora che l’animo fanciullo è presente in una moltitudine di persone , che però quasi sembrano vergognarsene, addirittura tentando di nascondere quel prorompere di gioiosi stati d’animo che hanno caratterizzato la propria gioventù, per paura di ricevere critiche. Errore. Io, che appartengo alla categoria un pò ingenua, degli eterni fanciulli, ho pensato di scrivere questo articolo per rincuorarli. Del resto, cosa sono i ricordi, se non la registrazione di un vissuto d’amore , di amicizia, di emozioni, sensazioni, impressa nell’animo di ognuno di noi, a seconda della profondità dove è collocata la personale soglia della sensibilità? Ne Una ballata del mare salato, l’autore Hugo Pratt fa dire al personaggio di Corto Maltese, rivolto al tenente di vascello Slutter, la seguente frase: ” Fermarsi nel passato come fa lei, è come custodire un cimitero”. Nonostante la profonda ammirazione che nutro per l’autore del marinaio giramondo, questa volta non concordo con la suddetta affermazione, che ritengo espressa senza la necessaria valutazione da dove Slutter portasse collocata la suddetta soglia. Chi possiede animo profondamente sensibile , e probabile – anzi certo – che ami vivere spesso anche nel passato, specie se l’attuale realtà non lo soddisfa – magari con dolce sofferenza, comunque (è augurabile), nella consapevolezza che il presente è un altro. Quindi, per goderne senza problemi, basta tener sempre ben distinti il sogno e la vita reale.
RadiocorriereTV n° 17 23/4/00