di Don Backy
Mezzi sorrisi, Scadenti imitazioni. Adriano e il suo Clan assomigliavano sempre più alla Famiglia Addams
1968 seconda serata. Sentii l’umore positivo crescere intorno a me. Dovetti respirare più volte profondamente per soddisfare il bisogno di ossigeno che il cuore in tumulto mi richiedeva. Cercai di spezzare la tensione, riflettendo sulle cose colpite dal mio sguardo. Al momento in cui uscì Celentano ebbi una reazione del tutto imprevista, quasi come se da un momento all’altro avessi dovuto fargli dei segnali incoraggianti e positivi. Per un istante, anzi, desiderai che le cose potessero essere davvero riportate su quel binario. Già si vociferava che quella storia non fosse che una mossa, architettata proprio per ottenere un clamoroso exploit per entrambi. Da noi – del resto – ci sarebbe stato da aspettarselo. La speranza diventò più forte quando Adriano venne a pararmisi proprio di fronte e – dopo aver accennato un mezzo sorriso – mi strizzò l’occhio vendìco, ridicolo come uno di quei generali pettoruti, che espongono le loro medaglie senza rendersi conto che, grazie ad esse, hanno perduto l’uomo e l’umanità. Lo seguii tornare al microfono e regalare dei soldi al valletto che gli aveva aggiustato l’asta. Solo allora lo valutai per quello che forse era sempre stato: una scadente imitazione che, come una specie di Frankenstein, si era costruito prendendo un pezzo da Bill Haley, uno da Elvis, un altro da Jerry Lewis – il nomignolo distintivo di Molleggiato, appartenuto in precedenza a Jack la Cajenne, veniva da lì – e l’idea del Clan da Sinatra. Mi voltai per valutare il brusio sollevatosi in sala a seguito di quel gesto. Qualche poltroncina più in là della mia c’era la moglie – infilata in un abito rosa, che la faceva sembrare un enorme confettone ripieno – versione pupa del capo. Evidentemente doveva essere il loro nuovo look, perché era contornata da Gallina, il Momo, l’immarcescibile Michi del Prete e un tizio calvo, mummificato. Mi fecero l’impressione di una pessima riproduzione della Famiglia Addams. ( Se quelli che parlano male di me sapessero cosa penso di loro il mio avvocato avrebbe un sacco di lavoro in più, pensai consolandomi). Adriano diede piglio all’esecuzione, seguendo un claudicante arrangiamento e forzando la sua naturale inclinazione verso canzoni senza note tenere. Alla fine, mi dichiarai non soddisfatto. Solo dal forno melodico di Milva– Altera nel suo lungo e lucido abito bianco ghiaccio – udii finalmente uscire la mia Canzone.
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