di Don Backy
Prosegue la lettera aperta a Mario Luzzatto Fegiz
Questo è il seguito di una lettera introduttiva a una serie di articoli che pubblicherò in risposta a una recensione non proprio benevola (dal punto di vista umano soprattutto), che il giornalista, dott. Mario Luzzatto Fegiz, ha voluto dedicare ai tre prodotti che ho recentemente pubblicati: Il mio libro C’era una volta il Clan, il mio fumetto Clanyricon e il mio nuovo Cd Signori si nasce e io lo nacqui. L’esimio giornalista, mi gratificava di una bravura maggiore come disegnatore e scrittore che come autore di canzoni e cantante. Ovviamente, non mi trovo d’accordo con lui. Il solo fatto di aver scritto canzoni (parole e musica) per quaranta anni, deponeva – a mio giudizio, dato che i fatti parlano chiaro da soli – verso una mia miglior disposizione in questa direzione, rispetto allo scrittore o al disegnatore (cosa che esercito saltuariamente e da minor tempo e comunque in maniera dichiaratamente non professionale, anche se gradevole). All’interno della non esaltante recensione riportata la scorsa settimana, non una parola – anche critica, ma costruttiva – che analizzasse la ‘bontà’ o meno, dei miei lavori. Solo supposizioni sul contenuto di questi. Oltre a un paio di piccole inesattezze, una delle quali la segnalerò durante lo sviluppo di questi articoli e che comunque sono state sottolineate anche nella lettera che ho mandato personalmente al dott. Fegiz, mentre, l’imprecisione riguardante la mia età – riportata dal nostro esimio, in anni 66 – la correggo subito (non vorrei che passasse in giudicato), visto che al momento sono solo 64 (essendo nato il 21 Agosto 39, mi pare), quindi – a Dio piacendo – conto di arrivare ai 66, tra un paio di anni. Niente di male, solo una precisazione. Comunque, al di là di tutto – e prima di iniziare a rispondere – tengo a sottolineare che io – comunque – francamente me ne infischio (come diceva Clark Gable nella scena finale del memorabile Via col vento) delle considerazioni del dott. Luzzatto riguardo al mio disco, perché questo prodotto, ha dalla sua parte un grande alleato: il Fato. Qualcuno glielo ha già assegnato e se l’averlo cattivo dovesse dipendere dalla sua recensione, vorrebbe dire che così è stato stabilito ineluttabilmente. Tutto ciò a dimostrazione della mia serenità d’animo nei confronti del dott. Fegiz, dato che lui – come fu per Giuda – in questo caso, non sarebbe stato che uno strumento inconscio di un disegno, il quale ha stabilito l’intersecarsi delle nostre strade (non c’è alcun odio nel libro caro Mario, alcuno. Solo le giuste considerazioni basate sui fatti realmente accaduti. Leggitelo piuttosto). Un passo indietro. Il giorno stesso dell’uscita su Sette della recensione riportata nella prima puntata, la scorsa settimana, altri amici mi avevano telefonato relazionandomi indignati e in disaccordo per quanto letto e io – a quel punto – avevo preso tastiera ed e-mail, per scrivere immediatamente al dott. Fegiz, le mie contro deduzioni alle sue ‘critiche’. La lettera – trasformatasi poi nei seguenti articoli – è quindi scritta di getto, ma anche oggi – dopo aver letto quanto scritto dal dott. Luzzatto – ritengo di non dover modificare una sola virgola.
RadiocorriereTV n° 38 23/09/03